Il ritorno della funivia che porta da Prada ad un passo dal cielo
di PIERA ANTONI
Riaperta e rimodernata la bidonvia che sale sul monte Baldo
di PIERA ANTONI
Ha ripreso a funzionare dal 14 agosto scorso la funivia Prada-Costabella. Già nei primi quindici giorni di apertura i numeri sono stati più che incoraggianti, con un migliaio di passeggeri al giorno, dopo ben nove anni di stop.
L’impianto, gestito dalla stessa società della funivia Malcesine-Monte Baldo, da Prada porta in vetta al Baldo, a Cima Costabella appunto. «Siamo molto soddisfatti di questi primi risultati – afferma Pier Giorgio Schena, presidente dell’Azienda trasporti funicolari di Malcesine, la società che ha realizzato il progetto che ha consentito di riattivare la cestovia di Prada –, sono stati già dai primi giorni di riapertura anche al di sopra delle aspettative. In poco meno di due mesi si sono registrate oltre 22mila presenze, con una media giornaliera di 1.300 nei fine settimana. Inoltre siamo felici di aver ridato alla collettività uno storico impianto di risalita, integrato con le stesse modalità di quello che fu aperto alla fine degli anni Sessanta. Un aspetto, questo, che consente di rispondere alle attuali esigenze di sostenibilità ambientale».
Durante il taglio del nastro ufficiale, avvenuto ai primi di ottobre, Schena ha ricordato commosso il padre Pier Luigi, che nel 1968 ricopriva la carica di vicesindaco e che assieme al primo cittadino Benedetto Lenotti aveva pensato e realizzato gli impianti a fune. Tutto comincia nel 1955, quando per promuovere e sostenere il turismo sul lago di Garda, il Consorzio costituito fra la Provincia e la Camera di commercio di Verona con il Comune di Malcesine, diedero vita all’Azienda trasporti funicolari Malcesine-Monte Baldo. Il suo consiglio di amministrazione cominciò a operare con particolare sensibilità per le istanze territoriali ed è composto ancora oggi dai rappresentanti delle realtà sociali ed economiche operanti sul lago di Garda e nella Comunità del Baldo. La funivia Malcesine-Monte Baldo sul lago di Garda non costituisce solo un polo di attrazione turistica con l’obiettivo di tenere viva l’economia montana, ma è una struttura che crea occupazione, avvalendosi di personale specializzato, sia nel settore tecnico sia in quello amministrativo.
La prima funivia venne inaugurata nel 1962, alla presenza del presidente della Repubblica, Antonio Segni. Alla decisione di rinnovare l’impianto della Funivia Malcesine-Monte Baldo (che dal 1962 al 2001 aveva trasportato oltre 6 milioni di passeggeri) ha fatto seguito una lunga e accuratissima fase di progettazione svolta sulla base degli studi effettuati dalla facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento. Il 24 luglio 2002, alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, venne inaugurata la nuova funivia, che colpì subito per le forme avveniristiche delle sue stazioni: edifici dagli elementi architettonici nitidi, dove acciaio, vetro, legno e pietra si fondono, inserendosi armoniosamente con l’ambiente esterno. Gli impianti vennero poi chiusi nell’agosto del 2013, dopo la mancata proroga della vita tecnica della struttura. Fino a oggi, dopo un lungo e periglioso iter burocratico. «Vorrei ringraziare – prosegue Schena – tutte le realtà che hanno contribuito a questo risultato: la Provincia, la Camera di commercio, il Comune di Malcesine, i cda di Atf che si sono succeduti in questi anni, il mio predecessore, Daniele Polato e l’avvocato Marco Bisagno, registi nella fase iniziale dell’iter che ha portato all’attuale riapertura».
Entusiasmo da parte dei sindaci di San Zeno di Montagna e Brenzone, Maurizio Castellani e Davide Benedetti: «Gli scorci che si possono ammirare salendo in funivia sono notevoli – affermano – e per gli operatori che lavorano sul territorio questo servizio è un valore aggiunto fondamentale che ci fa guardare con maggior fiducia per il futuro all’area baldense e di Prada, in particolare». Aspettative e speranza per un rilancio di questa parte di territorio. Ma quali sono, a stagione ormai conclusa, le sensazioni dei gestori dei locali e delle strutture ricettive della zona? «Non sentiamo molta differenza rispetto a prima», è, di primo acchito, la risposta di Alessandra Truschelli, titolare dell’albergo “Al Cacciatore” di San Zeno di Montagna, che si trova proprio a Prada. E però poi prosegue: «Diciamo che le presenze si sono viste, ma non riusciamo a capire se siano numeri dovuti alla seggiovia o a una stagione calda e soleggiata, partita già molto bene di suo per numero di presenze turistiche sul territorio. Mi viene da dire che la vera forza di questi impianti, in particolare della cestovia Prada-Costabella, è la loro capacità di destagionalizzare il turismo, allungando di fatto la stagione all’autunno, cosa comunque molto buona per noi».
Le fa eco Federico Sartori, che lavora per la cooperativa che ha attualmente in gestione la Malga Prà Longo: «Siamo convinti che la cestovia Prada-Costabella stia dando più valore al territorio, ma che, avendo aperto tardi durante la stagione, sia ancora presto per fare valutazioni, anche se abbiamo già notato qualche presenza in più da noi. Tuttavia siamo convinti che siano i rifugi più alti a trarne maggior beneficio». Insomma, qualche nuova luce sembra accendersi per il turismo montebaldino, che da tempo aspettava una ripartenza. Solo il tempo ci dirà se si tratti o meno di un fuoco di paglia.
I biglietti per la funivia di Prada si possono acquistare nella stazione di partenza, oppure a Prà Alpesina, ovvero l’altro impianto situato sul versante di Ferrara di Monte Baldo, assieme a quello di Malcesine, con cui è possibile raggiungere il rifugio Telegrafo. L’impianto rimarrà aperto fino al 2 novembre. Poi si valuterà se riaprire a ridosso del Natale o passare direttamente alla primavera 2023. Per maggiori informazioni: https://funiviedelbaldo.it/it.
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