Mulini, vigneti, tradizioni, storia: a spasso per i colli attorno a Custoza
Un territorio sempre più battuto da camminatori e ciclisti
Sommacampagna, anzi Summa campania, la campagna più alta. Torniamo, a fine estate, in prossimità delle colline moreniche che circondano il lago di Garda, per scoprire un altro angolo del territorio di questo Comune spesso un po’ trascurato dagli escursionisti veronesi, ma molto frequentato dai turisti e dagli sportivi stranieri amanti del verde e della buona tavola.
Qui infatti si contano diversi percorsi e sentieri pensati per gli amanti del trekking e della bicicletta, da percorrere in ogni stagione e provvisti di ottima segnaletica. Raggiungiamo insieme al nostro cane e a Noemi, una giovanissima guida, la frazione di Custoza, territorio che ebbe un ruolo cruciale nel Risorgimento durante le battaglie delle Guerre d’indipendenza come testimonia l’Ossario, che dalla collina del Belvedere domina il paesaggio circostante.
Parcheggiamo in via XXIV Maggio, nell’area di fronte alla chiesa di San Pietro Apostolo, dove si trova il cippo commemorativo dedicato ai caduti del paese. Qui possiamo anche scoprire alcuni segreti del “Sego de la vècia”, un esempio unico nel territorio veronese di messa in scena di un importante tema della tradizione popolare con il coinvolgimento di un’intera comunità.
Il Sego de la vècia è un’azione drammatica di probabile origine medioevale e la sua rappresentazione a Custoza è attestata a partire dal XIX secolo. Ha per protagonista la cosiddetta Vècia, che con una banda di lazzaroni compie furti e danni a discapito degli abitanti. Lo spettacolo iniziava con una parata composta da tutti gli attori coinvolti, accompagnati da una banda musicale e da un cronista che, descrivendo i gruppi sfilanti, illustrava al pubblico la storia: ogni famiglia partecipava attivamente alla preparazione del Sego, mettendo a disposizione la propria manodopera e i materiali necessari alla costruzione delle scenografie e dei costumi.
Dopo questo piccolo tuffo nel passato e nelle tradizioni più autentiche inizia la nostra passeggiata e dunque ci dirigiamo verso contrada Valbusa, seguendo le indicazioni che troviamo su piccole colonne con una striscia bianca e verde, e l’indicazione del sentiero 1, Camminacustoza – Sentiero Natura, un percorso semplice di circa 8 chilometri, con eventualmente una variante più breve. Costeggiamo il cimitero del paese e ci addentriamo nella frazione, dove si trova anche una casetta di book crossing, tra bellissimi giardini e orti.
Arriviamo così alla strada comunale detta dei Molini, che si trasforma in un sentiero sterrato in leggera discesa. Qui ci ritroviamo immersi nella vegetazione, con tanti ulivi e piante mediterranee, mentre intorno si possono ammirare i vitigni delimitati da macchie di bosco. Si tratta del paesaggio tipico di questa zona, che vede una produzione di vini di alta qualità grazie anche alla biodiversità, resa possibile dalla vicinanza tra i campi coltivati e diverse aree boschive.
Immettendoci di nuovo sulla strada asfaltata ci accoglie un cartello con la mappa del nostro percorso. Arriviamo intanto alla frazione Molini, dove possiamo ammirare due esemplari di macina: qui, nel 1709, in seguito a una gelata che rovinò le piante di ulivo, fu realizzato un mulino per l’estrazione dell’olio dalla macinatura del grano. Ci troviamo infatti nei pressi del fiume Tione, risorsa da sempre preziosissima per gli abitanti della zona.
Noi proseguiamo a destra, in una variante più breve del percorso ad anello, indicata sulla mappa con la linea tratteggiata, fino ad arrivare a Corte Vittoria, dove un bel parco attrezzato accoglie i viandanti desiderosi di fare una sosta e un picnic. Dopo aver costeggiato un grande campo di mais, riprendiamo il cammino su un sentiero sterrato seguendo sempre le nostre indicazioni in verde. Ora il percorso procede immerso nel bosco e in leggera salita: siamo nel vajo della Valle.
Arrivati a un bivio, proseguiamo a sinistra, dove è indicato il monte Godi. Usciamo in un vigneto che si sviluppa a perdita d’occhio. Il sentiero poi, costeggiando i campi della cantina Tabarini, dove si potranno ammirare splendidi fiori e una fitta vegetazione, prosegue costeggiando il parco di Villa Vento, antica villa ottocentesca che ospita un ristorante e che fu la dimora scelta, al culmine di una sfolgorante carriera, da Giuseppe Lugo, il grande tenore che contribuì a far conoscere la lirica italiana nel mondo. La sua famosissima aria La mia canzone al vento – Vento, vento, portami via con te – ispirò il nuovo nome di questa antica dimora che prima si chiamava Villa Canossa.
Noi, con il nostro Vento, proseguiamo il cammino e torniamo quindi al punto di partenza della passeggiata. Per chi vuole completare l’escursione con una merenda c’è l’imbarazzo della scelta: qui diverse cantine e locande offrono la possibilità di degustare il Custoza e diversi prodotti ortofrutticoli, tra cui spicca il famosissimo broccoletto, presidio Slow Food.
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