Da Velo giù fino a Giazza in una natura straripante
Foreste, pascoli, laghetti, malghe: percorso impegnativo
Certi paesaggi sono così incantevoli che non ci sarebbe nemmeno bisogno di parole: si presentano da soli in tutta la loro maestosa bellezza. È quello che succede camminando tra gli alti pascoli e all’interno della foresta demaniale, due gioielli all’interno del Parco naturale regionale della Lessinia.
Questa volta quindi, insieme al nostro cane, ci spostiamo in alta quota, a circa 1400 metri, e percorriamo il Sentiero delle Gosse, indicato con il segnavia 250, che è parte anche dell’E5, il sentiero europeo che collega la costa atlantica francese, attraversando le Alpi, con il Veneto. Si tratta di un’antica carrareccia che dai Parpari conduce a Giazza, e rappresenta lo storico collegamento tra l’Altopiano dei Lessini e il Gruppo del Carega, percorso un tempo dai muli e dai carri. Scarpe da trekking, un bastone o le racchette, una giacca a vento e un’abbondante dose di acqua sono gli ingredienti necessari per affrontare questa passeggiata, che per le pendenze in discesa e poi in salita richiede gambe e zampe ben allenate.
Raggiunto il Parparo Vecchio, nel comune di Roverè Veronese, si può parcheggiare l’auto nell’ampio parcheggio che si trova circa duecento metri più avanti. Da qui si segue la strada in salita, e dopo aver superato alcune malghe e una bella pozza d’acqua si arriva al punto di incrocio con il sentiero proveniente da San Giorgio e malga Malera. A questo punto deviamo a destra, in discesa, lungo il sentiero E5, che inizia a inoltrarsi in una magnifica foresta di faggio. Si incontra poi una radura dove è segnalato il percorso verso il rifugio Lausen.
Noi proseguiamo invece seguendo le indicazioni del sentiero 250, sempre ben visibile e con la costante presenza dei segnavia bianchi e rossi sugli alberi e sulle rocce. Ci troviamo nel cuore della foresta demaniale di Giazza, nata ufficialmente il 10 agosto 1911 in adempimento alle leggi del 1877 e del 1910 per la salvaguardia e la valorizzazione forestale dei terreni di montagna. La vegetazione fitta che vediamo oggi nasce grazie all’opera di rimboschimento dei pascoli, a seguito di un intenso sfruttamento del bosco avvenuto nei secoli precedenti. Oggi la foresta è una delle più belle e ampie del territorio veronese, e si estende su centinaia di ettari, delimitata dai pascoli dell’Alta Lessinia a ovest, dal Gruppo del Carega a nord e dalla Catena delle Tre Croci a est, a cavallo dunque delle tre province di Verona, Trento e Vicenza.
Lungo il percorso sterrato, che procede tra rettilinei e tornanti, potremo ammirare una folta vegetazione, dovuta alla costante umidità del sottobosco, e supereremo un angolo suggestivo che ospita alcune statuette della Madonna incastonate nella roccia e anche piccole targhe votive a ricordo del passaggio di gruppi di escursionisti e pellegrini. Tra i punti più suggestivi c’è senz’altro il bel tunnel scavato nella roccia.
Siamo ormai vicini alla nostra meta e da questo momento il sentiero si fa più ripido e sassoso prima di arrivare a Giazza, che raggiungiamo attraversando il ponte sul Revolto. Si noterà, qui, come il paesaggio sia completamente cambiato: i dolci profili dell’altopiano hanno lasciato spazio alle rocce aspre e suggestive del Carega, con molte zone ombreggiate.
Il ritorno è piuttosto impegnativo per il dislivello, tanto che molti escursionisti scelgono di affrontare il percorso partendo da Giazza al Parparo, e non viceversa, per “smaltire” la parte in salita quando le gambe non sono ancora stanche. Ma la piacevolezza del percorso fa dimenticare la fatica. Per godersi un paesaggio unico si consiglia, all’andata o al ritorno, di deviare verso il rifugio Lausen, una volta raggiunti i cartelli con le indicazioni.
Questa parte è certamente meno impegnativa e non presenta particolari pendenze, offrendo piuttosto scorci meravigliosi sui pascoli e le montagne circostanti. In questo tratto più che mai è importante avere il nostro cane al guinzaglio, per evitare di spaventare gli animali del bosco e le vacche all’alpeggio. Se ne potranno incontrare molte, lungo il sentiero, e facilmente si sentiranno anche i fischi delle marmotte, le cui tane in mezzo all’erba sono ben visibili anche da lontano.
L’itinerario è lungo circa 14 chilometri, se comprendiamo la deviazione verso Lausen. Per godersi nel modo più piacevole le meraviglie naturalistiche di questi luoghi conviene prendersi un’intera giornata, se possibile magari anche durante la settimana, quando i sentieri sono meno affollati da camminatori e ciclisti, e quindi ancora più silenziosi. Ed è raccomandato, per completare l’escursione, programmare una sosta in uno dei rifugi e ristoranti vicini, dove si potranno assaporare le tante specialità della Lessinia.
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