Aria di vera montagna tra i boschi attorno a Giazza
Una piacevole passeggiata per trovare temperature fresche durante l’estate, ma anche un luogo che vale la pena conoscere e visitare in ogni stagione, per la sua bellezza. Giazza, frazione di Selva di Progno, con la sua foresta è una delle mete più affascinanti della Lessinia, dove la storia e le tradizioni popolari si uniscono e si mescolano alle bellezze naturalistiche...
Una piacevole passeggiata per trovare temperature fresche durante l’estate, ma anche un luogo che vale la pena conoscere e visitare in ogni stagione, per la sua bellezza. Giazza, frazione di Selva di Progno, con la sua foresta è una delle mete più affascinanti della Lessinia, dove la storia e le tradizioni popolari si uniscono e si mescolano alle bellezze naturalistiche.
Per raggiungere Giazza si percorre tutta la val d’Illasi, immergendosi in una vallata suggestiva alla quale fa da contorno l’imponente gruppo del Carega. Si può parcheggiare l’automobile vicino a piazza del Mercante, cuore del paese, oppure poco sopra e poi scendere a piedi verso il piccolo centro.
Si potranno subito vedere i cartelloni che suggeriscono alcuni itinerari da fare a piedi o in bicicletta, per conoscere punti panoramici, di interesse naturalistico, ma anche contrade, malghe, fontane. A dominare il paesaggio è la bellissima foresta, risultato di un imponente intervento di rimboschimento e sistemazione idraulica.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento infatti vi furono alcuni gravi episodi di dissesto idrogeologico dovuti all’assenza di alberi, che erano stati tagliati per far posto ai pascoli e per il commercio della legna, provocando un grande indebolimento di quelle terre e il pericoloso accumulo di fango e ghiaia trascinati dai torrenti in piena. Il Primo comitato forestale provinciale acquistò i terreni dei privati ed ebbero inizio i primi imponenti lavori sui torrenti, con briglie in sassi e calcestruzzo e, contemporaneamente, la sistemazione dei versanti degradati e la messa a dimora di centinaia di piante. Era il 10 agosto 1911 quando fu inaugurata la foresta di Giazza, la prima foresta demaniale d’Italia, che prende il nome dal paese che sorge alla confluenza dei torrenti Revolto e Fraselle. Oggi la foresta di Giazza è forse il più bel complesso boscato del Veronese e l’elevata escursione di altezza delle foresta determina un paesaggio con una grande varietà di ambienti e tipologie: nella fascia più bassa si trovano faggi e altre latifoglie, ma anche l’abete rosso e quello bianco; nella fascia intermedia ci sono nuclei di abeti rossi e larici e nuclei di faggi; nella fascia alta si trovano il pino mugo e i pascoli di alta quota.
Per ogni sentiero, caratterizzato da diversi colori, è indicato anche il tempo di percorrenza e quindi si potrà scegliere quale percorrere in base a tempo e allenamento. Noi percorriamo il sentiero blu, ben indicato come anche gli altri dalle frecce colorate. Punto di partenza è sempre la piazza e in particolare il Museo dei Cimbri, voluto dalla Comunità Montana della Lessinia negli anni ’70. Qui sono documentate le vicende storiche e culturale del popolo dei Cimbri, comunità etnica giunta in queste montagne in epoca medievale.
Tuttora questo dialetto di matrice tedesca è parlato da molti abitanti di Giazza, e chiacchierando con gli abitanti del posto e osservando l’architettura e la struttura degli edifici, si potrà percepire ancora qualche traccia della cultura di questi antichi abitanti, un tempo boscaioli e poi diventati agricoltori, che hanno dato una forte impronta al paesaggio trasformando molte superfici boschive in pascoli per il commercio del legno e per procurarsi legna da ardere. A partire dalle tipiche contrade e dalle case essenziali e semplici, fatte di pietra, dove spesso l’area destinata alle persone era attigua al fienile e alla stalla.
Non tutti i bar e locali accettano i viandanti con il cane, e quindi è consigliabile prepararsi uno spuntino e soprattutto avere una buona scorta d’acqua: nella bellissima fontana in piazza, o in quella che si trova più giù, dedicata ai sacerdoti don Domenico Gugole e don Ermenegildo Lucchi, si potrà fare rifornimento di acqua freschissima. Il sentiero blu, ben segnalato, si snoda nella parte bassa della foresta di Giazza ed è facilmente percorribile, con poche salite e una bella strada sterrata dove sono stati creati diversi punti di sosta, con panchine e tavoli per i picnic.
Il sottobosco è fitto e lussureggiante: nonostante vi siano alberi d’alto fusto, la luce penetra tra le foglie e permette la crescita di numerosi arbusti e fiori. Nella seconda parte del percorso, che procede ad un’altezza maggiore, attraversando prati e pascoli, si potrà ammirare il bellissimo panorama, con il paese di Giazza adagiato nella valle e sovrastato dal fitto bosco e, sullo sfondo, dalle montagne. Il paese offre alcuni scorci davvero pittoreschi: le case, in tipica pietra della Lessinia, hanno le facciate decorate da dipinti e altorilievi e sono circondate da minuscoli giardini ricchi di fiori e sculture di legno.
Prima di arrivare di nuovo in paese si incrocia il sentiero europeo E5, che parte dal lago di Costanza. Nella provincia di Verona transita in direzione nord-sud/ovest, e qui incrocia l’altro sentiero europeo, E7, scendendo a Giazza e risalendo in località Parparo per poi raggiungere Erbezzo. Si tratta di sentieri molto amati e frequentati dagli escursionisti, e proprio per questo può capitare di incrociare diversi camminatori provenienti da tutta Europa.
Le passeggiate intorno a Giazza sono comunque di difficoltà medio-bassa e dunque perfette per un’escursione in compagnia del proprio cane, ma anche con bimbi piccoli. Importante avere un’attrezzatura da montagna: scarpe robuste e una giacca a vento per difendersi da eventuali repentini cambi di temperatura. Gli amanti della fotografia naturalistica hanno l’imbarazzo della scelta: fiori, piante, animali selvatici abbondano in questa foresta di oltre 2mila ettari, dove la biodiversità è di casa.