Charles Darwin, lo scienziato ateo che ci stimola a porre domande per tutti
"Egregio signore, Mi duole dovervi informare che non credo nella Bibbia come rivelazione divina, e pertanto nemmeno in Gesù Cristo come figlio di Dio. Distinti saluti Ch. Darwin”.
"Egregio signore, Mi duole dovervi informare che non credo nella Bibbia come rivelazione divina, e pertanto nemmeno in Gesù Cristo come figlio di Dio. Distinti saluti Ch. Darwin”. Con le parole contenute in questa lettera diretta a Frederick McDermott il 24 novembre 1880, sembra che lo scienziato volesse porre fine una volta per tutte alle frequenti domande sulla sua fede e sulla conciliabilità tra le sue teorie e il pensiero cristiano. All’epoca aveva 73 anni, dato che era nato nella cittadina inglese di Shrewsbury il 12 febbraio 1809. Proprio in quella data, immediatamente dopo la sua morte (19 aprile 1882) fu celebrata la Giornata di Darwin, a partire da Inghilterra e Stati Uniti. Nel tempo, è divenuta occasione per difendere il razionalismo e la laicità, considerata base essenziale per fare vera scienza. In Italia, è stata soprattutto l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti a lanciarla, a partire dal 2003, riproponendo annualmente il dibattito tra scienza e fede. Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, collaboratore tra l’altro del Parco Natura Viva di Bussolengo, in un’intervista del 2017 definisce Darwin un antesignano del cosiddetto naturalismo metodologico, che rifiuta ogni concetto e spiegazione soprannaturale. Egli, infatti, da scienziato “indaga la natura attraverso gli strumenti della ragione, dell’empiria, dell’esperimento” e nelle sue lettere “rimarca più volte la distinzione tra pensiero religioso e metodo scientifico”. Allo stesso tempo Pievani, curatore del libro Charles Darwin. Lettere sulla religione (2013) sottolinea come colui che ha formulato la teoria sull’evoluzione delle specie, non è mai caduto in atteggiamenti di militanza ateistica o anticlericale (come invece il padre e il nonno), ma ha vissuto un lungo travaglio. Si definiva da giovane agnostico, più avanti non credente (soprattutto dopo alcuni importanti lutti), eppure ha continuato a rimanere legato alle attività della parrocchia, in particolare quelle di attenzione sociale. In qualche maniera possiamo pensare che non ci sia stata una risposta definitiva alla sua domanda su Dio, come non ha trovato soluzione la questione se scienza e fede possono dialogare. Di fatto, la Chiesa cattolica non ha mai condannato Darwin né l’evoluzionismo, pur nella varietà delle posizioni, tra chi ritiene questa teoria conciliabile con la rivelazione biblica e chi la definisce meno completa e ragionevole della creazione. Gennaro Auletta, docente di Filosofia delle scienze presso la Pontificia Università Gregoriana, in un’intervista di alcuni anni fa su L’Osservatore Romano, rimarcava che la teoria dell’evoluzione non è antireligiosa e non può provare che Dio non esiste; allo stesso tempo metteva in guardia dal promuovere un concordismo esagerato perché verrebbe meno la spinta per far andare avanti sia scienza sia teologia che è proprio il confronto, anche aspro. E allora in questa Giornata non facciamoci bloccare dalle risposte di qualcuno, ma stimolare dalle domande uguali per tutti.
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