Attualità
stampa

«La società occidentale della lotta si sposterà verso la cooperazione»

di SILVIA ALLEGRI
La tesi di Vittorino Andreoli: superiamo Darwin, si vince collaborando tutti 

«La società occidentale della lotta si sposterà verso la cooperazione»

di SILVIA ALLEGRI
«Il dio della lotta e il dio della cooperazione: le suggerisco questo titolo». E noi accettiamo il consiglio, dopo che Vittorino Andreoli ci ha incontrato per analizzare insieme alcuni passaggi del suo nuovo libro, Insieme si vince. La forza della cooperazione nella nostra vita (Solferino, Saggi, 2023), in libreria a partire dallo scorso 12 settembre. Lo psichiatra veronese mette in discussione, con un’analisi destinata a lasciare il segno, una parte della teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, dove si considera “naturale e necessaria” la “lotta per l’esistenza”. Lo fa alla luce di nuove scoperte scientifiche, ma anche ripercorrendo la storia dell’umanità, con una rilettura degli insegnamenti di Gesù e una riflessione su una parola che definisce straordinaria: co-operazione. La risposta più adeguata alla nostra fragilità, e l’unica in grado di salvare il mondo e la società in cui viviamo.

– Professor Andreoli, il primo capitolo del suo libro si intitola “La lotta per l’esistenza”. E lei, partendo da Charles Darwin, ci accompagna verso un approccio totalmente diverso alle sue teorie.
«Ci tengo a precisare che io sono un evoluzionista. Di conseguenza, trattando il tema di Darwin, non posso che ricordare un dato di fatto: lui scrisse L’origine delle specie nel 1859, epoca in cui non erano ancora state fatte alcune scoperte rivoluzionarie. Oggi, dopo oltre 150 anni, è arrivato il tempo di aggiungere, di modificare uno dei principi certamente fondamentali dell’evoluzione. Lo faccio proponendo di togliere la parola lotta e sostituirla con la parola cooperazione. Il che vuol dire: se per Darwin c’è una lotta per l’esistenza, oggi si può affermare che c’è la via della cooperazione».

– Cosa non conosceva, dunque, Darwin?
«La più grande scoperta della biologia, una scoperta relativamente recente, riguarda l’esistenza del cervello plastico, costituito dai lobi frontali insieme a parte di quelli parietali e temporali. Questa parte, a differenza di tutte le altre, non è deterministica, cioè meccanica, ma plastica, si modifica quindi in base alle esperienze vissute, e ciò permette oggi di capire che è possibile modificare sia l’assetto del pensiero, sia quello dell’affettività. Per Darwin esisteva solo l’istinto, l’istinto di sopravvivenza, l’istinto della vita. Quindi per la teoria evoluzionistica esistono i cosiddetti imperativi di sopravvivenza, che sono meccanici: il primo è quello dell’alimentazione; il secondo imperativo è quello del territorio, un luogo di sicurezza e di difesa; il terzo imperativo è quello della prosecuzione della specie. Invece c’è anche il desiderio: ogni individuo può desiderare diverse cose. E nella nostra società attuale, intendo quella occidentale, nessuno è a contatto con i tre imperativi che lui aveva dettato per la sopravvivenza: abbiamo da mangiare, non dobbiamo lottare per avere un territorio, non abbiamo l’urgenza di prolungare e proseguire la specie, anzi, abbiamo fatto una lunga serie di ricerche proprio per evitarlo. Noi oggi siamo in lotta per la qualità della vita. Inutile parlare di lotta per l’esistenza: tutti noi lottiamo per i desideri».

– La lotta dunque è radicata nella nostra società.
«Certo, e il contributo a questa visione è arrivato anche da altre figure che ebbero un peso determinante. Penso a Marx, che vedeva nella lotta la soluzione alla disparità tra la proprietà e i lavoratori. A Freud, che ha ribadito la necessità, per il bambino, di liberarsi dal padre, di ammazzarlo simbolicamente per superare il complesso di Edipo. Questo ha portato a ritenere la lotta l’unico mezzo per andare avanti. E questo a tutti i livelli: pensi che a volte mi chiamano madri preoccupate perché il figlio è troppo timido e a scuola non alza mai la mano per parlare». – E lei cosa risponde in questi casi? «Dico: signora, magari non potrebbe essere semplicemente una persona che pensa? D’altra parte siamo circondati da modelli di società in cui la lotta è l’unico modo per farsi largo. E non lottano solo gli umani: in Grecia e nell’antica Roma, per esempio, gli dei erano capricciosi, rivali dell’uomo. Nell’Antico Testamento leggiamo come Jahvè chieda ad Abramo il sacrificio del figlio unigenito Isacco».

– A proposito di religione, nel suo libro lei scrive: “Gesù, vero Uomo e vero Dio, indipendentemente da come possa essere considerato sul piano teologico e dottrinale, rappresenta una rivoluzione nella storia delle religioni”.
«Gesù è l’uomo più straordinario che ci sia stato, è il dio della cooperazione: non usa mai la parola “nemico” e, quando si rivolge alla samaritana al pozzo, le chiede l’acqua, il simbolo della vita. All’adultera dice: io ti perdono. Dopo la resurrezione a scoprire prima di tutti quanto avvenuto è una donna, Maria di Màgdala. Gesù, l’uomo che amo più di tutti, ha indicato come azioni logiche la cooperazione e l’amore. Uniche soluzioni per sconfiggere il male. Io aggiungo anche un’altra bella parola: il compromesso. Che significa: quando ci sono due posizioni diverse, facciamo in modo di andare d’accordo ugualmente».

– Professore, nel suo libro lei dedica ampio spazio anche alle grandissime criticità della società in cui viviamo.
«Citando Giambattista Vico, acuto studioso del processo di civilizzazione, credo che oggi si stia vivendo una grande crisi di civiltà che vede la regressione alla barbarie, passando attraverso la fase degli eroi stupidi, gli eroi del nulla. Siamo in una lotta dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. È questo il grande errore di fondo che sta dentro il pensiero dell’Occidente: pensare che, per vivere, si debba ancora, sempre lottare. Un atteggiamento che deve cambiare anche nella famiglia, dove serve l’amore; e nella scuola, dove gli insegnanti dovrebbero vedere la classe come un’orchestra, dove ognuno con il suo strumento può dare il proprio contributo e dare meno peso ai voti che generano gerarchie e invidie. Una cosa è certa: se non avviene una metamorfosi culturale, siamo alla morte di una civiltà».

Allegato: P3F1.jpg (2,92 MB)
Tutti i diritti riservati
«La società occidentale della lotta si sposterà verso la cooperazione»
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento