Spiato in tv
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Il passato riletto con lo sguardo odierno

La nuova fiction Di padre in figlia s’inserisce nella grande cineteca che racconta il passato della nostra nazione. La televisione in Italia si è sempre assunta il compito di educare i telespettatori a capire il mondo in cui si vive, proponendo storie di illustri personaggi come di gente comune...

Parole chiave: Di padre in figlia (1), Spiato in tv (184), Giuseppe Begnigni (48)
Il passato riletto con lo sguardo odierno

La nuova fiction Di padre in figlia s’inserisce nella grande cineteca che racconta il passato della nostra nazione. La televisione in Italia si è sempre assunta il compito di educare i telespettatori a capire il mondo in cui si vive, proponendo storie di illustri personaggi come di gente comune. L’affresco corale porta così alla conoscenza dei più giovani e in pari tempo fa memoria agli anziani del percorso che nel nostro Paese ha avuto l’emancipazione femminile. Come in Raccontami e ne La meglio gioventù, al centro di questa nuova produzione vi è la storia di una famiglia che diventa emblema di come si sia evoluta la nostra società. Si prendono le mosse dal Veneto di fine anni Cinquanta quando un industriale non riesce a cogliere i segni che le figlie gli mandano, desiderando un futuro di pari dignità rispetto a quello maschile.
Un cast di volti conosciuti come Alessio Boni, Stefania Rocca e Cristiana Capotondi è in grado di far appassionare il pubblico a una trama che si muove tranquilla lungo un copione abbastanza prevedibile. Nelle prime puntate le vicende della famiglia Franza, ambientate nell’Italia del boom economico, sono narrate con occhi troppo moderni. Alcuni dialoghi sembrano più il frutto di una rilettura a posteriori che non un tentativo di cogliere i sentimenti dell’epoca. Ancora una volta è molto patinato il modo di descrivere i fatti del tempo, quasi fosse un fotoromanzo che prelude comunque a un lieto fine. Il regista Riccardo Milani avrebbe potuto certamente osare di più, dando maggiore consistenza ai personaggi, indagando nella loro psicologia, cercando di capire il perché dei loro comportamenti. Sui temi più impegnativi Rai1, volendo restare fedele al suo pubblico in gran parte formato da famiglie, ha ancora un’impostazione molto schematica, dove generalmente a fare da architrave a ogni racconto sono principalmente le storie d’amore. Quasi ci fosse un certo pudore a entrare meglio e con necessaria obiettività negli altri cambiamenti di natura politica e sociale, per non urtare la sensibilità di qualcuno. In fondo le vicende di questa fiction sono simili a tante altre ambientate in epoche diverse. Troppo facile accentuare, al limite della caricatura, i diversi personaggi per mettere in risalto un processo culturale e sociale che ha avuto una consistenza ben maggiore di quanto raccontato davanti alle telecamere. L’emancipazione femminile è stata ben più che la storia dei rapporti tesi tra un padre dispotico e una figlia di larghe vedute.   

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