“Il Sistema” di una tv che osa a metà
Il sistema, in onda in prima serata su Rai 1, è il tentativo di traferire nel linguaggio romanzato della fiction i recenti fatti di cronaca che sono stati raggruppati sotto il cappello di Mafia Capitale o Terra di mezzo, rivelando un largo e articolato giro di malaffare. Così vagamente ispirata alla realtà...
Il sistema, in onda in prima serata su Rai 1, è il tentativo di traferire nel linguaggio romanzato della fiction i recenti fatti di cronaca che sono stati raggruppati sotto il cappello di Mafia Capitale o Terra di mezzo, rivelando un largo e articolato giro di malaffare. Così vagamente ispirata alla realtà, la storia ha per protagonista un maggiore della Guardia di finanza, vedovo con un figlio, che s’infiltra in un’organizzazione malavitosa non solo per assicurare alla giustizia i colpevoli di una lunga serie di crimini, ma anche per scoprire chi ha ucciso il fratello, apparentemente suicida, piccolo imprenditore stritolato dai debiti.
Ma la molla della giustizia non basta per reggere sei puntate di sceneggiato, così altro grande e potente motore del racconto è la passione amorosa che lega chi appartiene alle due sponde opposte del male e del bene. Anche tra i servitori dello Stato poi non mancano piccole vendette personali o amori mai dichiarati o grandi segreti familiari che ancora fanno male.
A dare il volto a questo mondo all’apparenza di persone raffinate e rispettabili, ma in realtà marce a tutti i livelli, sono due beniamini del pubblico: Claudio Gioè e Gabriella Pession. Fanno a loro da comprimari, fra gli altri, Valeria Bilello, Thomas Trabacchi e il sempre bravo Lino Guanciale, che compare in queste settimane sulla stessa rete nella fiction Non dirlo al mio capo.
La recitazione è buona, gradevole, adatta per un pubblico familiare che non ama troppo l’azione e ha bisogno di essere rassicurato da eroi buoni e generosi. Spesso la sceneggiatura ritorna indietro nella narrazione, con il sistema dei flashback, per mettere in mostra le emozioni intime vissute dai protagonisti che ancora possiedono una grande carica emotiva. L’intreccio del giallo con il rosa, con rapidissime sfumature di noir, propina una tavolozza di colori dove mettere d’accordo i sentimenti con i propri valori, ottimi o pessimi che siano, resta sempre una sfida ardua e appassionante.
Il prodotto, che inevitabilmente fa il verso a mille altre storie già sul piccolo schermo, resta nell’alveo delle possibilità inespresse, nel mare della mediocrità secondo la quale che per essere popolari si ritiene di dover rinunciare alla qualità. Facendo il verso al titolo, anche questo modo di agire fa parte di un sistema mediatico che punta solo a ottenere la sufficienza da parte del pubblico e dagli ascolti standard di rete. Lo share in calo dal 18 al 15 %, nettamente inferiore alla concorrenza L’Isola dei famosi che quest’anno sembra ormai giunta al capolinea, è segnale che si può e bisogna osare di più.