Di nuovo c’è il titolo, ma il teatrino è il solito
Molte volte il palinsesto di tanti canali televisivi prevede in seconda serata un programma d’approfondimento sui temi d’attualità. Anche Patriae, in onda su Rai 2, entra pienamente in questa categoria di programmi...
Molte volte il palinsesto di tanti canali televisivi prevede in seconda serata un programma d’approfondimento sui temi d’attualità. Anche Patriae, in onda su Rai 2, entra pienamente in questa categoria di programmi. La trasmissione in questi anni ha cambiato nome più volte: prima Night Tabloid, poi Povera Patria, facendo eco alla canzone di Franco Battiato, fino all’attuale titolo che ricorda le tante diversità presenti nella nostra nazione. Al comando vi è sempre Annalisa Bruchi (nella foto) che interloquendo sia con gli ospiti in studio che con quelli in collegamento attraverso internet intende offrire un approfondimento sulle notizie degli ultimi giorni. Molti servizi in esterna aggiungono carne al fuoco alla discussione, dove insieme con i politici sono presenti anche opinionisti ed esperti.
Pur nella varietà dei temi trattati, il ritmo del programma e lo stile si avvicinano molto a quello di tanti altri appuntamenti simili che non fanno altro che dare vita al “teatrino della politica”, ossia un infinito parlare, promettere, spiegare o negare senza approdare mai a una conclusione vera e propria. Non mancano anche qui, dunque, battibecchi, qualche tono un po’ sopra le righe, un confronto serrato dove pare più importante farsi notare dal pubblico che non essere sinceri in quello che si dice.
A incalzare gli ospiti, insieme alla presentatrice interviene il giornalista Aldo Cazzullo, che ogni volta dà i voti ai principali protagonisti della settimana appena trascorsa.
Spesso il programma si pone in forma molto critica verso le scelte dei governo, desiderando dare voce e spazio ai problemi concreti della gente comune, più che discutere di alleanze e schieramenti. Il pubblico a casa, forse un po’ stanco dall’eccesso d’informazione, specie in quest’ultimo periodo, non premia di certo questo sforzo della Tv di Stato, fermando lo share ben al di sotto del 5%. D’altronde questo programma non dice nulla di nuovo rispetto agli altri, non ha alcuna connotazione che lo possa distinguere, nessun lampo d’originalità, presente invece, per quanto in forme discutibili, nei programmi d’attualità in onda su Rete 4 in prima serata. In questo appuntamento televisivo settimanale, in cui l’unica notizia degna di nota sta nel repentino cambio di titolo, la sola parte che si salva sono le domande di Cazzullo, che sa porre in modo comprensibile gli interrogativi giusti all’ospite di turno aspettandosi risposte pertinenti che purtroppo non sempre arrivano.
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