Una storia toccante di immigrazione al femminile
Marco Balzano
Quando tornerò
Einaudi
Torino 2021
pp. 208 – Euro 18,50
Dopo il successo di Resto qui (2018), ambientato a Curon, l’antico borgo sommerso dalle acque del lago di Resia da cui emerge il solitario campanile, Marco Balzano in Quando tornerò dal passato si sposta al presente e ci racconta una storia che si rivela purtroppo comune a quella di molte nostre famiglie. Il romanzo si muove tra Romania e Italia, tra Jasi e Milano, dove Daniela si è trasferita per cercare lavoro, risollevare le sorti della famiglia e assicurare ai figli un futuro migliore. Si lascia alle spalle un marito poco intraprendente e facile preda dei fumi dell’alcool e due figli affidati alle cure dei nonni: Angelica, la maggiore, su cui più graverà il peso della decisione materna, e l’adolescente Manuel, che, nella sua disperata ricerca d’identità, non accetterà questo brusco distacco. “Moma”, infatti, è scappata una notte di febbraio, di nascosto: troppo straziante per lei salutare i suoi cari guardandoli negli occhi.
Ma, arrivata a Milano, la aspettano altri ostacoli e pregiudizi: la difficoltà di trovare un lavoro stabile come badante o baby-sitter e di inserirsi in una realtà che le è estranea, il disagio di sentirsi bollata con l’etichetta “Voi dell’Est”, l’impossibilità di prendere in affitto un appartamento e di chiamare accanto a sé i figli che sente sempre più lontani. I messaggi tra loro si fanno più stringati e più brevi le videochiamate, ma Daniela, rosa dal senso di colpa, si preoccupa di mantenerli, garantire loro il proseguimento degli studi, spedire pacchi, approfittare degli sconti per comperargli vestiti, fargli ricariche al cellulare. Le prospettive di rifarsi una vita in Italia sfumano quando giunge la notizia che Manuel è stato coinvolto in un grave incidente: accanto al letto del figlio, la madre cercherà di ricucire passato e presente, di recuperare rapporti, di dare e darsi risposte.
La vicenda è ricostruita non solo dal punto di vista della protagonista, ma anche dei figli: tre infatti sono i capitoli come i narratori: “Un romanzo familiare a tre voci – scrive l’autore –, in cui ciascun membro compie le sue scelte, subisce quelle altrui e rivendica le proprie necessità, i propri traumi, le proprie aspirazioni».
Una storia toccante di immigrazione al femminile, vista non dalla prospettiva “nostra”, ma di quelle lavoratrici che entrano nell’intimità delle nostre case, in una dimensione inedita, che cancella la differenza tra luogo di lavoro e abitazione: “Ho voluto raccontare – confessa Balzano – la storia di una migrante dei giorni nostri, una donna che consente a quelli come me di proseguire coi propri ritmi di vita senza troppe rinunce, affidando ad altri il peso della cura dei corpi e delle menti più fragili”.
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