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Un mister antipatico a molti, ma comunque “Special One”

Stefano Barbetta
(a cura di)
Il vangelo secondo Mourinho
Morellini editore
Milano 2021
pp. 159 - Euro 7,90

Parole chiave: Il vangelo secondo Mourinho (1)
Un mister antipatico  a molti, ma comunque “Special One”

Antipatico a molti, amato soprattutto dai tifosi delle squadre che ha allenato, tecnico di formazioni vincenti (con il Porto nel biennio 2003/2004 ha vinto un’Europa League ed una Champions League, con l’Inter una Champions e con lo United una Europa League, per citare solo i suoi titoli internazionali), sorprendentemente sensibile come quando confessò di aver trascorso un triste Natale nel 2019 perché era morta Leyla, la bianca Yorkshire Terrier che era divenuta una di famiglia, generoso come quando vendette un suo giaccone nell’ambito del programma di aiuto alle vittime dello Tsunami del 2004. José Mourinho, lo “SpecialOne” come viene denominato e lui stesso ama definirsi, è questo. L’allenatore che ha firmato, nel 2010, il triplete dell’Inter e che è tornato in Italia dopo la decennale parentesi anglo-spagnola, ha scatenato, quando il 4 maggio 2021 è stato dato l’annuncio che avrebbe allenato la Roma, un delirio mediatico. Al suo arrivo nella Capitale, ha ricevuto un saluto non da re, ma da pontefice, come indicato nello striscione srotolato a Ciampino con la frase “HabeMous Papam” e un ritratto dell’allenatore portoghese con la mano destra rivolta verso l’alto, ad indicare i futuri successi della squadra giallorossa.

In tutto questo, poteva mancare un libro sullo “Special One”? No, e infatti Stefano Barbetta ha dato alle stampe Il Vangelo secondo Mourinho, che raccoglie 155 detti e contraddetti del e sul nuovo tecnico romanista. Si parte dall’affermazione di Zlatan Ibrahimovic («Mourinho è l’allenatore più completo che abbia mai avuto. È attento a ogni particolare dentro e fuori dal campo») all’ammirazione per Francesco Totti («È un giocatore fantastico»), dalle punzecchiature ai suoi avversari («La mia storia di allenatore non può essere paragonata a quella di Frank Rijkaard. Lui ha pochi trofei, io ne ho un mucchio») alle frasi di buon senso («Pressione? Di che? La pressione l’avvertono i milioni di genitori che non hanno soldi per crescere i figli»).

“Mourinho è la Roma perché della Roma condivide l’ambizione, la personalità, lo spirito e quella modernità ancorata nella tradizione di un passato glorioso che è un incentivo e non un appagamento”, scrive nell’introduzione Barbetta, il cui lavoro fornisce dello “Special One” l’immagine di un gladiatore degli anni Duemila che esalta se stesso e l’arena, di un capopopolo capace di abbinare pragmatismo e risultati, catalizzando le attenzione su di sé piuttosto che sulla squadra.

Quel “Daje Roma” con cui ha voluto ringraziare su Instagram i tifosi giallorossi, “non a caso è stato il suo proclama”.

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Un mister antipatico a molti, ma comunque “Special One”
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