Il Calciastorie
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Se anche un numero due può fare il fenomeno

Arrivò l’adolescenza e mi lasciò intatte solo due certezze: i miei racconti facevano ridere da matti (erano invece orribili, lo ammetto) e la coppia d’attacco del Real Madrid sarebbe sempre stata quella composta da Raul Gonzàlez Blanco e Fernando Morientes...

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Arrivò l’adolescenza e mi lasciò intatte solo due certezze: i miei racconti facevano ridere da matti (erano invece orribili, lo ammetto) e la coppia d’attacco del Real Madrid sarebbe sempre stata quella composta da Raul Gonzàlez Blanco e Fernando Morientes. Il primo era un mostro: non dribblava duecento avversari come un Messi di oggi, ma aveva senso della posizione e un mancino potente. Morientes era un campione un po’ meno campione di lui e nel Real Madrid – come in Nazionale – finiva per fargli da spalla. Meno gol, meno titoli di giornale, meno tutto. Nel 2002 una delle mie certezze iniziò a vacillare: non quella sui miei racconti, che andò avanti ancora per un paio d’anni. Il Real Madrid – orrore! – acquistò Ronaldo “il fenomeno” dall’Inter, con le lacrime ancora fresche dopo il beffardo 5 maggio che regalò all’ultima giornata uno scudetto alla Juventus. A uno come lui non si poteva non trovare un posto da titolare. Raul non aveva colpe, ma ai miei occhi sembrò come se avesse tradito il suo amico. Olio non avrebbe mai abbandonato Stanlio per fare coppia con un altro comico, né Bud Spencer avrebbe mangiato fagioli e tirato cazzotti con uno diverso da Terence Hill. Morientes passa un anno in panchina e la stagione successiva viene ceduto in Francia, al Monaco. Una squadra di secondo livello, comunque qualificata in Champions League. Morientes fa sfracelli: il club del Principato passeggia facile ai gironi (8-3 al Deportivo La Coruna, tra l’altro), passa con qualche difficoltà contro il Lokomotiv Mosca e ai quarti di finale pesca il Real Madrid. Qui giocano campioni come Roberto Carlos, Zidane, Raul e… Ronaldo, per l’appunto. All’andata finisce 4-2 per gli spagnoli, ma Morientes con un gol tiene a galla le speranze della sua nuova squadra. Al ritorno segna prima Raul, ma Giuly pareggia i conti e Morientes anticipa il diretto marcatore insaccando di testa da una dozzina di metri. Poi Giuly, di nuovo, completa l’opera con una rete di tacco. Non sarà un trionfo completo per Morientes, che vedrà sfumare la Champions in finale contro il Porto allenato da Mourinho. Ma, quella sera, mostrò che anche un numero due può regalare emozioni da vero fenomeno.

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