Quel mare di bufale su papa Francesco
Nello Scavo - Roberto Beretta
Fake Pope
Le false notizie su Papa Francesco
San Paolo - Cinisello Balsamo 2018
pp. 272 - euro 20
Non tutto il male vien per nuocere. Anche le quintalate di balle rovesciate addosso a papa Francesco possono diventare occasione per riscoprire i gesti e le parole autentiche del successore di Benedetto XVI. È questa l’intelligente operazione di Fake Pope (San Paolo), scritto da due fuoriclasse del giornalismo italiano, Nello Scavo e Roberto Beretta, che smontano una per una le bugie cucite addosso a Bergoglio nei cinque anni di pontificato. La malafede degli addetti alle “macchine del fango” incontra l’ingenuità e il pregiudizio ed ecco allora diffondersi sui social, nel giorno dell’elezione di Francesco, le corna del diavolo spuntare dalla sua ombra: un fotomontaggio, non così evidente per chi ha condiviso l’immagine gridando all’anticristo. E che dire – lo ricordate? – lo scoop tarocco di un quotidiano, che “rivelò” un inesistente tumore al cervello di Bergoglio? Scatenò nei commentatori dubbi sulla sanità del suo operato di pastore, ma era tutta fuffa. Alcune bugie sono davvero grottesche: Bergoglio che avrebbe salutato alla maniera dei massoni, Bergoglio persino satanista perché in un’immagine saluta facendo le corna (poco importa che nel linguaggio dei segni voglia dire “I love you”). Surreale il papa pro-famiglie gay, dedotto da chi vide in piazza San Pietro una statua – tra le tante – raffigurante un uomo seminudo. Peccato che quel presepe raffigurasse le opere di misericordia corporale, e tra queste – non è certo una novità dell’ultimo pontificato – c’è “vestire gli ignudi”... I costruttori di panzane non sono poi d’accordo tra loro: ecco allora che Francesco è ritratto come comunista e difensore dei poteri forti, debole e autoritario allo stesso tempo. Sembra di sentire l’Avvelenata di Francesco Guccini, con il cantautore emiliano che raccoglie le etichette che gli vengono appiccicate addosso («Io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista»). Quella più fastidiosa attaccata addosso a Francesco è forse quella di essere nemico di Benedetto XVI: chi accusa Bergoglio di dividere la Chiesa è poi il primo a voler mettere in contrapposizione due pontefici che, pur diversi per cultura e temperamento, si stimano e – orrore! – si vogliono bene.
Il lavoro di Beretta e Scavo è doppiamente intelligente perché non ha la pretesa di far emergere il ritratto di un uomo perfetto, di un supereroe (come nel murale di Maupal ripreso nella copertina). Invece di trincerarsi dietro le difese degli uffici di comunicazione (magari col ritornello «è stato frainteso»), Francesco è il primo ad ammettere di aver sbagliato: nella scelta di alcuni improbabili collaboratori, che evidentemente godevano di buone referenze, o anche per parole non felici che, come a noi, possono scappare anche a lui. L’ennesimo pretesto per attaccarlo: per i soliti esperti di “cose vaticane”, un Papa non deve chiedere scusa nemmeno quando sbaglia. Più o meno, proprio come fanno loro.
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