Nela, “l’incredibile Hulk” si racconta a tutto tondo
Sebino Nela - Giancarlo Dotto
Il vento in faccia e la tempesta nel cuore
Piemme – Segrate (MI) 2021
Pagg. 160 – Euro 17,50
“Lui, quando stava alla Roma, era andato in fissa per Iturbe. Io glielo avevo detto: «Walter, l’ho visto tre, quattro volte a Verona, il ragazzo per me ha dei limiti pazzeschi. Non è un fenomeno». I fatti mi hanno dato ragione”.
Parla così Sebastiano Nela, uno che a pallone ha giocato e che di pallone capisce a tal punto da aver sconsigliato Walter Sabatini, “uno dei più grandi sapienti di calcio”, dall’acquistare Manuel Iturbe quando era direttore sportivo della Maggica. Ma calciatori come Nela, conosciuto e amato soprattutto dai tifosi giallorossi col nomignolo di Sebino, non capiscono solo di pallone, come si può constatare leggendo la sua autobiografia, scritta con il giornalista Giancarlo Dotto.
Nei sedici capitoli che la compongono, c’è tutto l’incredibile Hulk, come lo avevano soprannominato i tifosi della Roma: il difensore che non si risparmiava mai, che ha avuto la fortuna di giocare contro Maradona (passato al Siviglia proprio nella stagione in cui, dopo 281 partite in maglia giallorossa, Nela approdava al Napoli), che ha sposato (e poi lasciato) una ragazza dipendente dalla droga, che ha una partita ancora in corso con un “un nemico ignorante”, un cancro al colon diagnosticatogli nel 2012. Il “Sebastiano picchiato”, come scrive Dotto nell’introduzione, si racconta e racconta di quel che è stato e di quel che è, di quel che gli piace e di quel che non gli piace, dei suoi dubbi e delle sue certezze. Una di queste certezze è la fascia da capitano, che deve rappresentare “la grandezza di un club, la sua storia, i suoi valori. Non puoi darla a caso a un poppante solo perché, magari, hai paura di perderlo sul mercato”.
Un’altra certezza è l’avversione nei confronti di quanti, in questo periodo di pandemia, hanno indossato l’abito buono della demagogia, mettendoci dentro di tutto: “il Covid-19, il nero ammazzato in America, l’omosessuale discriminata non so dove. Una gigantesca insalata e tutti che si sentono belli, buoni e bravi, dalla parte giusta, nella cornice giusta”. Parole dure però chiare, forse politicamente scorrette, ma Nela è questo, “un meticcio da prendere con le molle, sangue sardo e corteccia ligure”, e lo riconosce lui stesso: “Io, Sebastiano, sono fatto così e non dico di essere fatto bene”. L’incredibile Hulk non porta rancori e non vive di rimpianti: continua a giocare con il vento in faccia. “Quel vento che i più odiano perché lo vivono come un muro, un ostacolo… Io il vento lo amo. Mi fa sentire vivo e mi ricorda che sono un guerriero, non m’importa quanto andrò avanti e se andrò avanti. M’importa di battermi, di non arretrare”.
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