I primi cinquant’anni di sacerdozio di don Zera
di FABIO TOMELLERI
«Sono pronto a svolgerne altrettanti», le sue parole
La parrocchia di Vallese di Oppeano ha festeggiato i 50 anni dell’ordinazione sacerdotale del proprio parroco, don Giovanni Antonio Zera.
Nel pomeriggio di sabato 29 giugno ben 250 persone hanno affollato la chiesa del paese e partecipato al successivo momento conviviale che si è svolto nei locali della parrocchia. La Messa per il cinquantesimo di sacerdozio è stata presieduta dallo stesso don Zera e concelebrata da mons. Giuseppe Cacciatori, collaboratore parrocchiale. Ai festeggiamenti si sono uniti anche il sindaco Luca Faustini, fresco di elezione, e parte della nuova Giunta.
Nato a Isola della Scala il 3 dicembre del 1950, don Zera è stato ordinato prete dal vescovo Giuseppe Carraro il 29 giugno del 1974 in Cattedrale a Verona. Dopo le esperienze come vicario parrocchiale dal 1974 al 1979 a Zevio, poi a Nogara fino al 1983, quindi a San Marco Evangelista, ad est della città, fino al 1989, il sacerdote, laureato in Pedagogia, è stato insegnante di Lettere nel Seminario minore fino al 2016, vice assistente dell’Azione Cattolica dapprima nel settore giovani (fino al 1993), poi nel Movimento studenti (fino al 1997) e contestualmente ha diretto l’Ufficio diocesano di pastorale scolastica (1993-97) e il Centro di cultura Toniolo (1996-97).
Nominato parroco di Alpo, don Zera è rimasto nella frazione di Villafranca fino al 2003, quando è stato trasferito alla guida della comunità di Azzano fino al 2015. Quindi è stato destinato a guidare la parrocchia di Cristo Risorto a Bussolengo per tre anni, fino al 2018, quando è stato nominato parroco della frazione oppeanese.
Significativa in chiesa la presenza di fedeli provenienti dalle diverse parrocchie nelle quali il presbitero ha svolto il proprio ministero. «Ora ho festeggiato i miei primi 50 anni di sacerdozio – ha detto scherzosamente don Zera – e sono pronto per svolgerne altrettanti». «Per me e per la comunità di Vallese – ha aggiunto il parroco – è un momento di grande festa, anche per i tanti ricordi che mi legano alle comunità in cui ho svolto il mio sacerdozio. Mi ha fatto particolarmente piacere la presenza di alcuni miei compaesani di Isola della Scala, tra cui ex compagni delle medie o quella che all’epoca era la giovane direttrice del coretto parrocchiale».
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