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La storia della sicurezza pubblica a Verona

Pasquale Marchetto, Antonio Mazzei, Paolo Valer
Guardie a Verona. Storia e riflessioni sulla sicurezza pubblica
Smart Edizioni, ottobre 2014, Verona
pagg. 164 - euro 12

La storia della sicurezza pubblica a Verona

Opera originale questa del trio Marchetto-Mazzei-Valer, anzi, insolita soprattutto per l’impostazione: mettere a confronto la Verona monarchica dall’annessione alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra mondiale così come affiora nelle relazioni dei prefetti, con quella repubblicana che vede nascere, agli inizi degli anni Ottanta, i sindacati nella Polizia di Stato. Ed il maggiore di questi sindacati, il Siulp, ha prodotto una serie di documenti che i tre autori hanno utilizzato per tentare di tracciare una storia della sicurezza nel Veronese dal 1982 al 2011.
Per i tre autori, che non sono docenti o ricercatori universitari, bensì spettatori attenti e competenti di una realtà, quella delle forze dell’ordine, così come è ma pure così come è stata e così come dovrebbe essere, i confini visibili dei diversi periodi storici e dei documenti usati, e quelli invisibili sorvegliati da attori vecchi e nuovi (i prefetti, i sindaci, i vigili urbani, i sindacati di polizia) rappresentano un’angolazione eccentrica per tentare di interpretare il sistema securitario a Verona ed in Italia.
I due confini includono e al contempo escludono la provincia scaligera dal resto del Paese: la includono per quanto riguarda una certa politica dell’ordine e della sicurezza pubblica che ha caratterizzato la storia italiana della repressione e della prevenzione della criminalità; la escludono per altri aspetti come, ad esempio, la presenza delle tre maggiori forze di polizia a Verona, presenza largamente inferiore rispetto alla media nazionale.
Attraversando questi due confini, il volume ripercorre alcuni episodi dell’apparato poliziesco nella provincia scaligera e nel resto del Paese. Cronache e storie, nomi e sigle, libri e giornali, fonti archivistiche e letteratura grigia: c’è un po’ di tutto in questo testo utile per dar conto di vicende e di nomi dimenticati o ai più sconosciuti. Ad esempio, chi ricorda che la stagione dei sequestri a Verona è iniziata il 24 novembre 1974 con il rapimento della studentessa Ilaria Melloni da parte di tre giovani milanesi?
Quando sul palcoscenico del Viminale irrompono i sindacati di polizia, il Siulp, il sindacato unitario vocato all’ispirazione confederale, acquisterà quasi immediatamente la preminenza rispetto agli altri sindacati, sia come numero di iscritti, sia per lo spessore culturale mostrato da alcuni suoi esponenti.
In tale contesto, il Siulp scaligero ha rappresentato una delle voci più critiche nei confronti di quanti, a Verona come nel resto dell’Italia, negavano o minimizzavano i problemi delle forze dell’ordine o l’esistenza di infiltrazioni mafiose nella provincia veronese. “Con i comunicati, con gli interventi sulle pagine dei giornali o in occasione dei loro congressi, soprattutto i segretari provinciali che si sono succeduti a partire dal 1987 hanno parlato in modo franco, per molti sgradito, ma sempre con la consapevolezza che nei Paesi democratici la sicurezza è un bene pubblico e non il rifugio dei potenti”, scrivono in conclusione del volume i tre autori.
Un’ultima annotazione: fra i documenti utilizzati, oltre ai comunicati ed ai documenti prodotti dal sindacato unitario (che rivestono primaria importanza nell’economia del libro), vi sono anche molti quotidiani e periodici, compresa Verona Fedele, di cui Antonio Mazzei è uno dei più vecchi collaboratori. La cosa si traduce in una sin troppo generosa concessione al lessico giornalistico, concessione spiegabile considerando che anche Paolo Valer è un pubblicista.

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