Il ricorso alla ragionevolezza per contrastare le insicurezze
Gian Enrico Rusconi
Vivere nell’insicurezza
il Mulino – Bologna 2020
Pagg. 150 – Euro 12
H1N1. La variante di questo virus, causa della “spagnola” che tra il 191 8 e il 1919 uccise circa 61 milioni di persone in tutto il mondo, infettandone 500 milioni, comparve nell’autunno del 1917 nel Kansas, a Fort Riley, un campo d’addestramento dell’esercito statunitense dove erano concentrare cinquantamila reclute pronte per partire per l’Europa. Saranno loro ad importare il contagio nel vecchio continente, diffondendolo rapidamente sui campi di battaglia. Una pandemia più tragica della Black Death del Trecento si abbatté sull’intero pianeta, ma il suo destino fu di divenire una strage invisibile, al contrario di quanto accaduto con il Covid-19, considerato un conflitto oppure un dopoguerra, come ricorda Gian Enrico Rusconi nel suo Vivere nell’insicurezza, edito nel settembre del 2020 per i tipi de il Mulino.
Egli collaziona le fonti che compongono la narrazione dei mesi in cui si cercava di prendere confidenza con una situazione che confidente non è ancora oggi e chissà se mai lo sarà. Leggere, ad esempio, che nel corso della Munich Security Conference ospitata nella cittadina tedesca dal 12 al 14 febbraio 2020, non venne “percepita nella sua rilevanza catastrofica” la comparsa del Coronavirus, consente non solo di capire “l’incapacità della politica di elaborare ragioni di agire o non agire”, ma pure quanto la pandemia accomuni tutti in una condizione di insicurezza.
Esplorando discorsi ufficiali e ricostruzioni giornalistiche, studiando le azioni intraprese dalle istituzioni politiche e mediche, Rusconi osserva come, nelle sue diverse declinazioni, da quella individuale a quella geopolitica, l’insicurezza è l’effetto di una novità inafferrabile, che non si può annullare. Soprattutto, fa capire l’autore, crediamo di sapere in cosa consista il suo contrario, quando il problema sta invece proprio nel fatto che ci illudiamo di sapere cosa sia la sicurezza.
Rusconi distingue la sicurezza in geopolitica, cioè “una condizione reciprocamente rassicurante tra le nazioni” ed in “sociale interna”, riguardante “l’integrità della vita dei cittadini di fronte al crimine organizzato e in generale alla malavita”.
L’insicurezza generata dal Covid-19 è stata accompagnata da una “infodemia senza precedenti”, che definisce come “un ridondante flusso di informazioni false che si spargono a tutta velocità sui social media in un periodo nel quale le persone sono state più presenti in Rete a caccia di notizie”. Per combattere tale infodemia si dovrebbe utilizzare la ragionevolezza, cioè “la dimensione comunicativa della razionalità”. Rusconi, però, non nutre particolari illusioni in merito all’attivazione di questa ragionevolezza, che però rappresenta “l’unica risorsa che abbiamo per reagire adeguatamente e contrastare il mondo di insicurezze in cui continuiamo a vivere”.
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