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Troppe persone stanno male

«Troppe persone, soprattutto nei Paesi a basso reddito, soffrono gli effetti di conflitti, declino economico, povertà, insicurezza alimentare e malnutrizione, mancanza di accesso a servizi sanitari di qualità e a prezzi accessibili, crisi globale dell’istruzione, cambiamento climatico, degrado ambientale e inquinamento, perdita di biodiversità, scarse risorse idriche, insicurezza energetica, divario digitale, disuguaglianze di genere e discriminazione»...

Parole chiave: Editoriale (407), Luca Passarini (100)
Troppe persone stanno male

«Troppe persone, soprattutto nei Paesi a basso reddito, soffrono gli effetti di conflitti, declino economico, povertà, insicurezza alimentare e malnutrizione, mancanza di accesso a servizi sanitari di qualità e a prezzi accessibili, crisi globale dell’istruzione, cambiamento climatico, degrado ambientale e inquinamento, perdita di biodiversità, scarse risorse idriche, insicurezza energetica, divario digitale, disuguaglianze di genere e discriminazione». Questo viene constatato nel comunicato finale della riunione ministeriale G7 Sviluppo (Pescara, 22-24 ottobre). Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire; ma in questa epoca in cui facciamo presto a dimenticare, ben vengano queste occasioni anche a livello di ministri.
Sono, tra l’altro, segnalate alcune situazioni specifiche: in Ucraina, lo sfollamento di massa, il grave bisogno umanitario, le notevoli interruzioni del Sistema sanitario; a Gaza, la situazione catastrofica con decine di migliaia di vittime innocenti, le continue violenze deliberate e ingiustificabili, l’insicurezza alimentare, il pericolo che corrono gli operatori umanitari; in Libano, tante vittime e sfollati, insicurezza per tutti e rischio per l’incolumità delle forze Unifil; in Sudan, scontri armati che provocano fame e mancanza di protezione di persone, infrastrutture e ospedali. E l’elenco continua.
Davanti a tutto questo, i ministri del G7 affermano una certezza: «Non può esserci sviluppo sostenibile senza pace e non c’è pace senza un sviluppo sostenibile». Per questo chiedono a tutti gli attori in campo un impegno concreto per il cessate il fuoco in ogni angolo della Terra e riaffermano il forte impegno «per la solidarietà globale e giusta, società inclusive, libere dalla paura e dalla violenza», partendo dalla tutela dei diritti di ogni persona.
In parallelo a questo evento, mercoledì 23 ottobre il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano ha promosso la Conferenza dei missionari italiani dal titolo “La formazione per lo sviluppo in Africa: il ruolo delle missioni”. A loro è arrivato il messaggio di papa Francesco, che ha indicato come ogni forma di crescita, sviluppo, ricerca della pace passa sempre da «una cultura dell’incontro, aperta al dialogo rispettoso».

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