La scuola siamo noi
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Non c’è solo la didattica: tra i banchi impariamo a vivere

La pandemia di Sars-CoV-2 ha portato a grandi cambiamenti che hanno trasformato la quotidianità. Fin dal suo inizio, uno degli ambiti che ha subìto importanti trasformazioni è stato quello della scuola

Parole chiave: Quotidianità (1), Istituto Giberti (2), La scuola siamo noi (22), Scuola (90), Coronavirus (96)
Non c’è solo la didattica: tra i banchi impariamo a vivere

La pandemia di Sars-CoV-2 ha portato a grandi cambiamenti che hanno trasformato la quotidianità. Fin dal suo inizio, uno degli ambiti che ha subìto importanti trasformazioni è stato quello della scuola. Il Governo è stato costretto a prendere dei provvedimenti al fine di tutelare sia l’educazione che la salute di tutte le persone coinvolte nell’ambiente scolastico.
Da studenti, abbiamo vissuto questi cambiamenti in prima persona e, confrontandoci, abbiamo riscontrato molte opinioni, spesso contrastanti, che riguardano la soluzione adottata dal Ministero dell’Istruzione: la didattica a distanza (Dad).
Lo svolgimento delle lezioni in Dad ha portato diverse conseguenze, sia negative che positive. Sotto alcuni aspetti si è rivelata una comodità; in altri casi, invece, si sono presentate situazioni di disagio.
Una sveglia posticipata e non dover prendere un autobus sono sicuramente due dei motivi per i quali molti studenti preferiscono svolgere le lezioni da casa. Inoltre, tanti ragazzi abitano a molti chilometri dalla scuola, la possibilità di fare lezione a distanza ha permesso loro di alzarsi con più tranquillità alla mattina e di pranzare una volta terminate le lezioni e non nel tardo pomeriggio. La Dad ci consente, quindi, di guadagnare ore di sonno e di studio pomeridiano.
Un altro aspetto che riteniamo molto importante è quello dell’integrazione digitale. Per molti anni si è cercato di digitalizzare la scuola attraverso l’utilizzo di libri in formato e-book e l’uso del registro elettronico; questi tentativi, però, non hanno riscosso grande successo. La pandemia ha obbligato gli studenti e in modo particolare gli insegnanti a usufruire di piattaforme on line per “fare scuola”. Concordiamo sul fatto che questi supporti digitali, se utilizzati in maniera adeguata, possano rendere le lezioni più interattive e interessanti, e che possano dare maggiore spazio alla creatività degli studenti e dei professori. Inoltre, la digitalizzazione della scuola permette di seguire le lezioni da casa a chi non può raggiungere la struttura scolastica per problemi di salute.
In questo ultimo anno la realtà scolastica è stata privata della sua fisicità e ha portato tanti giovani a perdere la motivazione di uno studio costante e approfondito. Molti sono gli studenti che si giustificano per assentarsi dalle lezioni e dedicarsi ad altro, sottovalutando la scuola perché svolta su piattaforme digitali. La Dad, di conseguenza, richiede maggiore responsabilità, onestà e serietà da parte di ogni studente.
In questi mesi, purtroppo, la famosa “arte del copiare” è diventata molto più accessibile e i professori hanno dovuto ricorrere a metodi ingegnosi per valutare il singolo alunno e non la collettività. Il parziale ritorno in aula non agevola gli studenti ma, al contrario, sorgono nuove difficoltà come l’accumulo di compiti e interrogazioni nei giorni in cui la classe svolge le lezioni in presenza.
L’acquisizione di conoscenze e uno studio costante non sono sufficienti: riteniamo infatti che la problematica principale sia la mancata socializzazione. La Dad non potrà mai sostituire la scuola in presenza. La scuola è il luogo in cui non solo impariamo a conoscere, ma è dove impariamo a vivere. La scuola è esperienza di vita.
* V Liceo scientifico G. M. Giberti

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