Nell’app anti-contagi la privacy in secondo piano
In questo periodo si è fatto un gran parlare dell’applicazione approntata per affrontare la fase 2 e che dovrebbe aiutare a limitare la diffusione del Covid-19 mediante il tracciamento dei contatti dei soggetti risultati positivi al virus. Molti sono i dubbi che restano irrisolti anche dopo il via ufficiale all’app. Ma cos’è Immuni?
In questo periodo si è fatto un gran parlare dell’applicazione approntata per affrontare la fase 2 e che dovrebbe aiutare a limitare la diffusione del Covid-19 mediante il tracciamento dei contatti dei soggetti risultati positivi al virus. Molti sono i dubbi che restano irrisolti anche dopo il via ufficiale all’app. Ma cos’è Immuni?
Si tratta di un’applicazione scaricabile sul telefonino, collegata ad una piattaforma unica nazionale istituita presso il Ministero della Salute, destinata a tracciare i contatti con la sola finalità di allertare le persone che siano entrate in contatto con soggetti risultati positivi, tutelarne la salute ed evitare l’ulteriore diffondersi del virus. Sfruttando la tecnologia Bluetooth, l’app sarebbe in grado di rilevare la vicinanza, entro il metro, dello smartphone di un altro soggetto che l’abbia parimenti installata, permettendo di ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona positiva al virus consentendo così alle autorità competenti di agire tempestivamente per isolare i potenziali infettati. L’applicazione sarà scaricabile solo su base volontaria e la mancata installazione non comporterà alcuna limitazione, conseguenza o disparità di trattamento per chi deciderà di non utilizzarla. Il Ministero della Salute adotterà le misure tecniche ed organizzative idonee a garantire il livello di sicurezza adeguato alla protezione dei diritti e delle libertà degli interessati.
I dubbi maggiori a livello giuridico emergono proprio in materia di tutela della privacy in quanto l’applicazione porterà al trattamento di dati sensibili quali ad esempio sesso, età, dati medici. Sulla questione si è già espresso il garante della privacy autorizzando l’utilizzo della app purché nel rispetto di determinate condizioni.
La finalità dovrà essere solo quella di adottare delle misure di informazione e prevenzione sanitaria, mentre il tracciamento dei contatti tramite piattaforma potrà essere solo complementare alle ordinarie modalità di diagnosi utilizzate dal Servizio sanitario nazionale (tampone, test sierologico e diagnosi medica). Prima dell’attivazione dell’applicazione, gli utenti dovranno ricevere un’idonea informativa; il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti dovrà basarsi su dati resi anonimi o, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati con esclusione di ogni forma di geolocalizzazione dei singoli utenti. Inoltre il garante ha disposto che il trattamento dei dati personali raccolti dovrà cessare al termine del periodo di emergenza, con cancellazione definitiva.
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