Un incontro per fare chiarezza sulle disposizioni anticipate di trattamento
Molta partecipazione all'incontro organizzato a Legnago dall'associazione Family Day con il patrocinio del Comune
Sala gremita, nei giorni scorsi, a Legnago in occasione dell’incontro sul tema delle disposizioni anticipate di trattamento organizzato dall'associazione Family Day con il patrocinio del Comune. Tra i anche partecipanti la Comunità Papa Giovanni XXIII, l'Associazione medici cattolici italiani, il Centro Aiuto vita, il Centro femminile italiano, il Consultorio familiare cattolico.
Nella sua relazione l'avvocato Piercarlo Peroni, in rappresentanza dell'associazione Family Day, è partito dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione Europea dei diritti dell'uomo per giungere alla convenzione di Oviedo e all'attuale testo delle Dat con una importante disamina dei termini coma, stato vegetativo, morte cerebrale. Ha poi spiegato la distinzione tra accanimento terapeutico e insistenza terapeutica, informando sul diritto al non accanimento terapeutico e al ricorso alle cure palliative per controllare il dolore. Purtroppo, però, solo per il 25% dei malati vengono usate le cure palliative, per le quali è prevista l'assistenza domiciliare per l'applicazione della terapia.
Le cure palliative, ha evidenziato, sono poco applicate perché lo Stato stanzia esigui fondi: si tratta di interventi più costosi di un'interruzione del trattamento o di un’iniezione letale, con conseguente morte, ma assicurano al paziente cure adeguate perché lo scopo è accompagnare in un percorso il più possibile sereno verso una morte inevitabile, ma non provocarla. Le disposizioni anticipate di trattamento previste dalla legge, ha concluso il relatore, non prevedono il preventivo confronto con il medico. Inoltre si è passati dal termine dichiarazione a quello di disposizione, per il quale non è prevista una preventiva riflessione col medico anche se poi sono vincolanti per quello che dovrà curare. Idratazione e alimentazione nelle Dat vengono considerate trattamenti sanitari e non cure, quindi rientrano tra gli elementi di cui si può disporre l'interruzione, accompagnando alla morte il paziente tramite la sedazione profonda. È in questo punto delicato in particolare che la Corte Costituzionale (ordinanza 207 del 2018) ha recentemente individuato la via italiana all’eutanasia omissiva.
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