Voler bene alla Chiesa testimonia la presenza attiva dello Spirito Santo
Secondo la teologia di Agostino, costruita sulla Parola di Dio, solamente chi si tiene dentro l’unità della Chiesa ha in sé lo Spirito Santo. Chi, al contrario, se ne sta fuori, non è vitalizzato dalla linfa dello Spirito, come un tralcio reciso dalla vite: “Una sola persona parlava le lingue di tutte le genti; nelle lingue di tutte le genti vi è l’unità della Chiesa...
Secondo la teologia di Agostino, costruita sulla Parola di Dio, solamente chi si tiene dentro l’unità della Chiesa ha in sé lo Spirito Santo. Chi, al contrario, se ne sta fuori, non è vitalizzato dalla linfa dello Spirito, come un tralcio reciso dalla vite: “Una sola persona parlava le lingue di tutte le genti; nelle lingue di tutte le genti vi è l’unità della Chiesa. Chi dunque ha lo Spirito Santo è nella Chiesa che parla tutte le lingue. Chiunque è fuori di questa Chiesa non ha lo Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo si è degnato di manifestarsi nelle lingue di tutte le genti, per farci capire che ha lo Spirito Santo colui che si tiene dentro l’unità della Chiesa, la quale parla tutte le lingue. [...]. Ciò che è il nostro spirito, cioè l’anima nostra, nei confronti delle membra, questo è lo Spirito Santo nei confronti del corpo di Cristo che è la Chiesa. [...] Se un membro viene reciso dal corpo, forse lo Spirito lo segue? E tuttavia si conosce che membro: è un dito, è una mano, è un braccio, è un orecchio. Fuori del corpo conserva la forma, ma non ha la vita. Così anche la persona che è separata dalla Chiesa”.
Il testo seguente, mentre ripropone il tema frequentemente affrontato della glossolalia, rappresenta uno dei vertici della teologia di Agostino sullo Spirito Santo e la Chiesa: l’amore alla Chiesa, nella sua profondità e densità, è la misura della presenza dinamica dello Spirito Santo nel cuore del credente: “Ma allora, fratelli, per il fatto che colui che viene battezzato ora in Cristo e crede in Cristo non parla tutte le lingue, non si deve credere che ha ricevuto lo Spirito Santo? Non sia mai che una simile perfidia tenti il nostro cuore. Siamo certi che ogni persona lo riceve. Ma (lo Spirito) riempie tanto il vaso della fede quanto esso attinge alla fonte. E poiché anche adesso viene ricevuto, qualcuno potrebbe obiettare: perché nessuno parla le lingue di tutte le genti? Perché è la Chiesa stessa che ora parla le lingue di tutte le popolazioni. Nella sua origine era presente in una sola stirpe, ed essa parlava le lingue di tutte. Il parlare le lingue di tutti era una prefigurazione del futuro, perché nel suo svilupparsi fra le genti, parlasse di fatto le lingue di tutti. Chi non si trova in questa Chiesa neppure ora riceve lo Spirito Santo. Reciso infatti e diviso dall’unità delle membra, quell’unità che parla tutte le lingue, se ne priva; non lo possiede. Se infatti lo possiede, ce ne offre il segno che veniva dato alle origini. E in che cosa consiste tale segno? Nel parlare le lingue di tutti. Mi rincalza: «E che, tu saresti in grado di parlare in tutte le lingue?». Certamente le parlo, poiché la lingua di ciascun popolo è mia, cioè del corpo di cui sono membro. La Chiesa che è diffusa in mezzo a tutte le stirpi parla la lingua di tutte.
La Chiesa è il corpo di Cristo; in questo corpo tu sei un membro. E dal momento che tu sei un membro del suo corpo che parla tutte le lingue, vuol dire che anche tu le parli tutte. L’unità infatti dei membri viene armonizzata dalla carità dei suoi membri. E l’unità personificata parla come allora parlava un solo uomo. Anche noi dunque riceviamo lo Spirito Santo, se amiamo la Chiesa, se nella carità facciamo parte della sua compagine, se possiamo godere e del nome e della fede cattolica. Facciamoci convinti, fratelli, che ciascuno possiede in sé lo Spirito Santo nella misura del suo amore alla Chiesa di Cristo”.
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