Nell’interiorità dell’uomo abita Cristo
Nel trattato 18 del Vangelo di Giovanni, Agostino commenta le parole di Gesù: “Il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che fa” (Gv 5,19). Agostino non ha timore di affrontare anche questioni complesse con i suoi ascoltatori laici...
Nel trattato 18 del Vangelo di Giovanni, Agostino commenta le parole di Gesù: “Il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che fa” (Gv 5,19). Agostino non ha timore di affrontare anche questioni complesse con i suoi ascoltatori laici. Si ricollega al testo del giorno precedente che precisava il motivo per il quale i giudei cercavano di uccidere Gesù: il fatto che non solo aveva compiuto un miracolo nel giorno del sabato, ma che, soprattutto, si era proclamato esplicitamente Figlio di Dio. Certo non sono testi di facile comprensione. E Agostino si confessa davanti ai fedeli non come uno che sa tutto, ma che comprende alcune cose, mentre gli restano oscure altre. Di ciò che comprende nutre la sua mente con i fedeli. Nei riguardi di ciò che non comprende bussa con i fedeli alla porta del testo, perché, nella preghiera, se ne apra il senso: “Io ho cominciato a trattare da uomo le cose divine. Da me sia lontana la vana presunzione di capire tutto. Ognuno di noi cerchi, ognuno bussi, per meritare ognuno di ricevere. Sorgi, cerca, sospira, anela con il desiderio e bussa alle porte chiuse. Dove mi viene aperto mi nutro con voi; dove mi viene chiuso busso con voi” (“Ubi aperitur pascor vobiscum; ubi clauditur pulso vobiscum”). Ovviamente, precisa Agostino, per entrare nel mistero di queste realtà spirituali occorre avere un cuore libero dai piaceri sensuali, dalle frodi e dalle menzogne. Una volta purificato il cuore, un cristiano quanto meno è nelle condizioni di capire e di dare spazio al suo desiderio di capire. A questo punto Agostino lancia la sua esortazione: “Cresca in te il desiderio e sia perfezionato in te; e cerca di capire ciò non da me, ma da Colui che ha fatto e te e me. Avete errato vagando. Ritornate! Dove? Al Signore. Ritorna al tuo cuore; guarda lì dentro, perché lì c’è l’immagine di Dio”. Rientrare nella propria interiorità è uno degli appelli più frequenti e più pressanti di Agostino. Agli inizi delle Confessioni aveva scritto: “Non uscire da te. Rientra in te stesso. Nell’interiorità dell’uomo abita la Verità”. E qui rilancia sostanzialmente il medesimo aforisma proprio in funzione dei suoi fedeli: “Nell’interiorità dell’uomo abita Cristo” (“In interiore homine habitat Christus”). A conclusione di tanti altri messaggi, Agostino fa appello ai suoi ascoltatori, cioè ai suoi fedeli di Ippona, perché con la loro vita coerente siano di conforto a lui, il loro pastore: “Con il vostro vivere bene in questo mondo consolate questa nostra fragile vita, sottoposta a fatiche; non contristateci con i vostri cattivi costumi”.
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