Condiscepoli di Agostino
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Le massime celebri contenute ne La città di Dio

Dopo aver assaporato alcuni aforismi contenuti nelle Confessioni di Agostino, passiamo ora ad intercettarne altri, di grande pregio, disseminati nel suo capolavoro qual è La città di Dio...

Parole chiave: Sant'Agostino (190), Aforismi (57)

Dopo aver assaporato alcuni aforismi contenuti nelle Confessioni di Agostino, passiamo ora ad intercettarne altri, di grande pregio, disseminati nel suo capolavoro qual è La città di Dio. Prima, però, di conoscerli e di gustarceli, è opportuno dare uno sguardo panoramico all’opera che, come confida l’autore, è costata tanta fatica, protratta oltre dieci anni. Essa è costituita di 22 libri; ogni libro di circa trenta pagine. Sollecitato dal commissario imperiale in Africa, Marcellino, suo amico, Agostino intende rispondere alle pesanti accuse mosse dai pagani ai cristiani circa la distruzione di Roma per opera di Alarico. In altre parole, i pagani addossavano ai cristiani la colpa di tale devastazione, per il fatto di aver introdotto una nuova religione che abbandonava il culto degli dei protettori di Roma. Agostino suddivide la sua opera in quattro tomi. Il primo, costituito di dieci libri, suddiviso a sua volta in due parti, mette in risalto la superiorità del cristianesimo rispetto al paganesimo nei riguardi del benessere temporale e anche spirituale. In tale contesto, Agostino ricorda come di fatto gli dei mai si sono dimostrati al fianco dei Romani e del loro imperialismo, e ne segnala puntualmente i momenti tragici. Mette invece in risalto gli apporti di umanizzazione del cristianesimo e i benefici che sta arrecando sul piano della spiritualità. Nel secondo tomo, di quattro libri, individua la natura specifica della città terrena, fondata sulla superbia arrogante, e quella della città di Dio, che ha come anima l’umiltà che riconosce in Dio l’autore del creato e di ogni bene. Segue il terzo tomo, di altri quattro libri, dal libro quindici al diciotto, nei quali Agostino dispiega la storia delle due città, fin dalle loro origini: la città terrena a partire da Caino e la città di Dio a partire da Abele fino ad Abramo, fino a Gesù Cristo. Infine, gli ultimi quattro libri, finalizzati a mettere in chiaro gli approdi escatologici delle due città. È questa la parte più impegnativa ed intensa dell’opera. Agostino affronta il tema della morte, del giudizio, dell’inferno, del purgatorio, del paradiso, della risurrezione della carne.

Nei prossimi appuntamenti raccoglieremo i principali aforismi del De civitate Dei (questo è il titolo originario in latino) e ce li assaporeremo. Mi sia consentito, però, ricordare che il testo più antico del De civitate Dei, coevo con l’autore, è custodito gelosamente proprio nella nostra Biblioteca Capitolare di Verona.

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