Condiscepoli di Agostino
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In mezzo alla folla è difficile vedere Gesù

Con il trattato 17 Agostino inizia il commento al capitolo quinto di Giovanni, che si concentra sulla guarigione del paralitico alla piscina di Betsathà. Spiega ai suoi uditori il fatto che si tratta ovviamente di un miracolo...

Parole chiave: Mons. Giuseppe Zenti (330)
In mezzo alla folla è difficile vedere Gesù

Con il trattato 17 Agostino inizia il commento al capitolo quinto di Giovanni, che si concentra sulla guarigione del paralitico alla piscina di Betsathà. Spiega ai suoi uditori il fatto che si tratta ovviamente di un miracolo. Di esso, tuttavia, non c’è nulla da meravigliarsi, dal momento che lo ha fatto non un uomo, ma Dio stesso nella persona di Gesù. Agostino, però, va oltre il fenomeno del miracolo concreto: “Dobbiamo maggiormente godere, più che meravigliarci, perché il Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo si è fatto uomo. Per la nostra salvezza vale di più il fatto che è diventato uomo per gli uomini che non ciò che ha fatto in mezzo agli uomini, e vale di più il fatto che ha risanato i vizi delle anime rispetto al fatto che ha sanato le malattie dei corpi destinati a morire”. Passa poi a interpretare il senso dei cinque portici, che lui ritiene simbolo del Pentateuco. A proposito dei libri di Mosè, il Pentateuco appunto, Agostino precisa che esso, cioè l’insieme delle leggi contenute, segnala le infermità morali dell’uomo, ma che non è in grado di risanarle: “Quei libri svelavano le infermità dei malati, ma non li risanavano. In effetti, la lettera senza la grazia rendeva rei coloro che solo confessandosi peccatori venivano liberati dalla grazia” (“Litterae sine gratia reos faciebat, quos confitentes gratia liberabat”).
Passa poi a spiegare il senso simbolico dei due ordini impartiti al paralitico: “Alzati e cammina”. Vi intravvede i due precetti dell’amore: “Ricordate con me quali sono i due famosi precetti. Devono, infatti, essere notissimi. Assolutamente pensate sempre che si deve amare Dio e il prossimo. Queste cose sempre dovete pensare, meditare, ritenere, fare, compiere. Con l’amore al prossimo purifichi l’occhio per vedere Dio”. In riferimento poi al fatto che il paralitico guarito porta il lettuccio, cioè la barella, osserva: “Quando eri infermo il prossimo portava te; sei diventato sano; ora porta tu il prossimo”. Come si può notare, Agostino ama scorgere tutti i possibili significati simbolici. Lo fa anche in riferimento al fatto che Gesù nel frattempo si era sottratto alla vista della folla. E ne parla in termini di sacramento, cioè di un fatto che evocava qualche cosa di nascosto. Gesù “scompare in mezzo alla folla”. Ed ecco il suo aforisma: “Nella turba è difficile vedere Cristo” (“Difficile est in turba videre Christum”). Pertanto ci dà una interessante indicazione di carattere spirituale: “Una certa solitudine è necessaria alla nostra mente. Con una certa solitudine di attenzione si vede Dio” (“Solitudo quaedam necessaria est menti nostrae; quadam solitudine intentionis videtur Deus”).

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