Condiscepoli di Agostino
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È necessario che Lui cresca e io diminuisca

Proseguendo nel commento al Vangelo di Giovanni, Agostino è giunto al capitolo terzo, dove riporta la testimonianza di Giovanni il Battista su Gesù Cristo...

È necessario che Lui cresca e io diminuisca

Proseguendo nel commento al Vangelo di Giovanni, Agostino è giunto al capitolo terzo, dove riporta la testimonianza di Giovanni il Battista su Gesù Cristo: “È necessario che Lui cresca e io diminuisca”. Così avvia il suo commento: “Questa lettura del santo Vangelo ci insegna l’eccellenza della divinità del Signore nostro Gesù Cristo e l’umiltà dell’uomo che meritò di essere detto amico dello sposo, affinché distinguiamo che differenza passa tra un uomo uomo e un uomo Dio. L’uomo Dio è il nostro Signore Gesù Cristo, Dio prima di tutti i secoli e uomo nel nostro tempo; Dio dal Padre, uomo dalla Vergine; un solo e medesimo Signore e Salvatore Gesù Cristo”. Già questa introduzione potrebbe sollevare quanto meno l’obiezione se gli ascoltatori di Agostino erano in grado di accogliere e assimilare tali affermazioni teologiche. Per Agostino era normale parlare loro in questi termini, appunto perché in quanto vescovo, era cosciente del suo ministero di annunciatore delle verità teologiche come fondamento delle verità antropologiche. E prosegue, secondo il suo stile, ponendo una domanda al suo pubblico: “Che senso ha dunque: ‘È necessario che Lui cresca e io diminuisca’?”. Risponde con un termine in lui abituale, ma impegnativo: “Questo è un grande sacramento”. E ne spiega il contenuto. Se per sacramento si intende una realtà che rimanda ad un’altra, a che cosa rimanda l’espressione: “È necessario che Lui cresca”? Il tutto è risolto nell’agire salvifico di Cristo. Lui, senza peccato, è venuto per togliere i peccati dell’uomo. A patto che l’uomo confessi di essere peccatore. Di conseguenza: “Dio elargisca la sua misericordia e l’uomo confessi i suoi peccati”. E specifica: “La confessione dell’uomo è la sua umiltà; la misericordia di Dio è la sua altezza”. Conclusione: “Cresca dunque Dio che sempre è perfetto, cresca in te!”. Ma come far crescere Cristo in noi? Ecco la risposta di Agostino: “Rimanendo Dio presso il Padre, presso gli uomini si è fatto uomo, affinché tu per mezzo suo, che si è fatto uomo per te, diventassi tale da essere in grado di accogliere Dio”. Pertanto, ecco l’ultimo pensiero che Agostino lascia ai fedeli perché, tornando nelle loro case e ai loro affari, lo custodiscano in cuore: “Credi in Cristo fatto mortale per te, per accogliere Lui immortale; quando, infatti, avrai accolto la sua immortalità, nemmeno tu sarai mortale. Viveva e tu eri morto. È morto perché tu viva. Ha portato la grazia di Dio, ha tolto l’ira di Dio. Dio ha vinto la morte, perché la morte non vincesse l’uomo!”. Sono riflessioni che fanno bene anche a noi.

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