Un’opera di forte impatto con pregi e qualche limite
Sound of freedom – Il canto della libertà
(Stati Uniti, 2023)
Regia: Alejandro Monteverde
Con: Jim Caviezel, Mira Sorvino, Bill Camp, Kurt Fuller, José Zúñiga
Durata: 135 minuti
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti
Un inaspettato record d’incassi è quello realizzato da Sound of freedom. Da un budget di partenza di 14,5 milioni di dollari, già ha superato i 250 milioni di incasso. Ciò che lo rende tanto interessante quanto sconcertante è la sceneggiatura tratta da una storia vera. Il film racconta, infatti, la storia di Tim Ballard (Jim Caviezel), un agente dell’Homeland Security, che si occupa di caccia ai pedofili. Dopo una cattura, si rende conto di aver preso un criminale facente parte di un grosso giro di sfruttatori di bambini “importati” dall’America Latina. Decide, allora, di licenziarsi e mettersi in proprio per continuare la sua missione alla ricerca dei componenti di questa rete. Così, attraverso varie conoscenze e appoggi, non mancheranno arresti e catture di trafficanti internazionali di bambini che, come si sente in un dialogo tra i personaggi, sono molto più redditizi della droga: gli stupefacenti, infatti, si possono vendere e consumare una volta sola, i bambini invece si possono “utilizzare” più volte.
Oltre al fondamento di verità della pellicola, si possono riconoscere alla produzione altri tre meriti non secondari. Innanzitutto, il fatto che per la prima volta esce sul grande schermo un film che denuncia il traffico internazionale di minori e il crimine della pedofilia. Secondo pregio, non viene nascosta la fede cristiana del protagonista e il suo desiderio di portare avanti questa lotta alla tratta mosso proprio dalla sua adesione a Cristo. Terzo, ma non per importanza, i titoli di coda. Oltre ai nomi del cast e di tutte le persone coinvolte nella realizzazione tecnica, infatti, scorrono alcune scritte che riferiscono i numeri delle sparizioni tanto a livello mondiale quanto a livello nazionale. Non solo, ma si possono vedere anche alcuni video (fatti da telecamere a circuito chiuso) nei quali si vedono come avvengono i rapimenti: scene a dir poco sconvolgenti!
Non si può negare, però, una cosa. Pur nella professionalità della produzione e nelle interpretazioni degli attori molto convincenti e ben immedesimati nei diversi ruoli, non è un film da annoverare tra i capolavori della storia del cinema. Se la prima parte, segnata da adescamenti, sparizioni di bambini e relative indagini, riesce a mantenere alto il ritmo narrativo, la seconda metà caratterizzata da diversi arresti e missioni sotto copertura viene un po’ liquidata via. Anche la retorica dell’americano che, da solo, riesce a salvare pure la situazione più disperata stride un pochettino: a tratti, addirittura, il protagonista fa passare in secondo piano il dramma vissuto da tanti bambini.
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