Un Terminator anche per i neofiti
Terminator Genisys
(USA, 2015)
regia: Alan Taylor
con: Arnold Schwarzenegger, Emilia Clarke, Jai Courtney, Jason Clarke
durata: 126 min.
Una buona dose d’azione, come sempre, ma anche meno fantascienza e più umorismo: se l’intento era quello di far ripartire la saga con altre premesse, l’esperimento è riuscito.
La trama di Genisys, quinto capitolo del ciclo di film con protagonisti i cyborg Terminator, altera la linea temporale della storia originale e, in sostanza, apre più porte di quante riesca a chiuderne (pare che questa pellicola sia la prima di una nuova trilogia); dunque è difficile parlarne senza mettersi le mani nei capelli, ma ci proveremo.
Siamo nel 2029 e dopo una lunga guerra contro le macchine, l’esercito di John Connor (Jason Clarke) sta per avere la meglio. Tuttavia il vero obiettivo di Connor è impedire che Skynet, il supercomputer dotato di autocoscienza che intende distruggere il genere umano, lanci la controffensiva finale e invii il primo Terminator nel passato per uccidere sua madre, Sarah Connor, e fare così in modo che il futuro leader della resistenza non venga mai alla luce. Però il piano fallisce e il fedelissimo soldato di Connor, Kyle Reese (Jai Courtney), si offre volontario per tornare nel 1984 e difendere la giovane Sarah (Emilia Clarke). Ma un evento inaspettato crea una frattura nella linea temporale dando vita a una serie di paradossi che fanno rimbalzare la storia – e, a dire il vero, anche un po’ la testa – in quattro epoche diverse.
Detta in questo modo, Genisys appare solo come il tipico blockbuster a stelle e strisce di intrattenimento, che offre più che altro un’occasione di svago e tanto per cambiare si inserisce nella stagione dei remake, sequel e reboot che a Hollywood impazza ormai da alcuni anni. Per certi versi è così, però bisogna considerare che quella di Terminator è una saga travagliata, passata dai successi dei due episodi originali diretti da James Cameron negli anni Ottanta/Novanta alla deriva dei capitoli terzo e quarto che, vent’anni dopo, hanno fatto letteralmente disaffezionare i fan. Si possono quindi perdonare i produttori se hanno deciso di ancorarsi alle prime due pellicole per dare vita a un nuovo franchise che le reinterpreta e dà un nuovo slancio. Il risultato è un buon film, ma non un capolavoro, adatto veramente a tutti, anche ai non appassionati della saga che non hanno bisogno di recuperare gli altri quattro precedenti per capirne il senso. E se per Terminator questa nuova produzione rappresenta un’occasione di rinascita, la stessa cosa vale per il suo interprete, il veterano Schwarzenegger: nonostante i suoi 67 anni, in scena è decisamente la presenza più forte, a discapito dei giovani co-protagonisti leggermente acerbi.