Se la Rete diventa un girone infernale
The Circle
(Usa, 2017)
regia: James Ponsoldt
con: Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Bill Paxton
durata: 110’
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti
Dave Eggers è uno scrittore di grandi capacità letterarie e, come pochi in quest’epoca contemporanea, anche un attentissimo osservatore dei fenomeni sociali e politici. Il suo romanzo Il cerchio, uscito anche in Italia un paio d’anni fa, a nostro parere con un eccesso di sottovalutazione generale, è un ottimo esempio attuale di distopia, cioè a dire la descrizione di un mondo del tutto non desiderabile, al quale invece sembriamo avvicinarci ogni giorno di più.
Ne esce ora la versione cinematografica, diretta da James Ponsoldt, che già si era cimentato con la letteratura contemporanea nel precedente The End of the Tour – Un viaggio con David Foster Wallace (2015).
Il regista è anche autore della sceneggiatura, che riprende con buona fedeltà il soggetto originale di Eggers. Protagonista è la giovane Mae Holland (Emma Watson), informatica che lavora in un call center per sbarcare il lunario e garantire un minimo di cure al padre malato di sclerosi multipla. Quando riesce ad ottenere un colloquio di lavoro e poi l’agognatissima assunzione in The Circle, società che rappresenta un colosso del mondo della Rete, pensa che le si stiano per aprire le porte del Paradiso.
In effetti è come se uno dei nostri giovani trovasse collocazione professionale in un luogo che è una specie di riassunto pratico di Google messo insieme a Facebook unito con Amazon e qualsiasi altra potenza del web.
Il Paradiso non è ai nostri piedi, naturalmente, e ben presto Mae si accorgerà di esser capitata esattamente nel suo contrario, con una specie di percorso a gironi sempre più complicati e sempre più minacciosi, dominati dall’ambigua e sempre più oscura figura del magnate Bailey (Tom Hanks).
Siamo dalle parti del Grande Fratello di George Orwell, adattato alla realtà contemporanea, tuttavia in un futuro che è ben più prossimo, quasi ad essere presente, di quello immaginato dal grande scrittore inglese quando ha descritto la sua personalissima distopia.
È l’aspetto più incisivo di un film non del tutto riuscito, che ha qualche momento di stanchezza nel dipanarsi della vicenda, ma che ci mette comunque davanti a interrogativi quanto mai attuali e pressanti sui confini tra libera iniziativa economica e vita privata dei cittadini, tra profitto e democrazia, tra diritto di informazione e libertà.
Un film per la sua parte ben amaro e scomodo, come del resto era il romanzo, ma che proprio per la sua sincerità crudele non va trascurato.