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La storia “noir” della famiglia Salvemini

Nicola Lagioia
La ferocia
Einaudi, Torino 2014
pagg. 418 - 19,50 euro

Parole chiave: La ferocia (1)
La storia “noir” della famiglia Salvemini

La ferocia è un romanzo del 2014, ma è nel 2015 che per esso Nicola Lagioia, giovane scrittore barese (nato nel 1973), è stato insignito del premio Strega. La categoria del romanzo familiare va sicuramente stretta al lavoro qui recensito, che, arricchito da molti registri, induce a tentare, senza successo, altrettante ipotesi di catalogazione. È un’intera famiglia, comunque, ad occupare il centro della narrazione: una famiglia il cui nome – Salvemini – viene pronunciato con timore e rispetto nella Bari che conta.
Nel bene e nel male, niente e nessuno sembrano coperti dall’uniforme cortina della mediocrità o della normalità, nella famiglia Salvemini: non il vitale, ancorché anziano Vittorio, diventato un mostro sacro nel mondo dell’edilizia; non il figlio Ruggero, giovane e affermato oncologo, che già vanta un’esperienza internazionale di prim’ordine; non Clara, secondogenita, figura fragile e dal fascino irresistibile, che vive col più giovane fratellastro Michele un rapporto di rara intensità, alle soglie della simbiosi; non Gioia, la più giovane rampolla, sicuramente meno fascinosa di Clara, ma che contribuisce in modo decisivo all’intensificarsi dei tratti noir del romanzo.
 La famiglia Salvemini, segnata da stranezze ed eccellenze in ugual misura, viene colpita da un gravissimo lutto: Clara viene ritrovata senza vita ai piedi di un autosilo. Voci, indiscrezioni ed indizi fanno pensare al suicidio. Michele, tuttavia, ragazzo di rara intelligenza, benché mentalmente disturbato, non si accontenta delle apparenze, né si lascia anestetizzare dall’innaturale compostezza del lutto in famiglia. Il cordoglio pieno d’imbarazzo che circonda i Salvemini, un ruvido colloquio con il marito di Clara, le strane risposte che arrivano all’account Twitter della sorella morta e tenuto attivo da Gioia, guidano Michele nel nucleo graveolente dei rapporti professionali del padre.
 Si leggono con gusto le oltre 400 pagine del romanzo, alla ricerca di una giustificazione del titolo che non sia scontata e che, quindi, non renda giustizia alla sapienza con cui lo scrittore pugliese dispone e rende gli eventi. La ferocia non è semplicemente l’altro nome del cinismo con cui Vittorio nuota a proprio agio nel mondo degli affari e che imbeve di sé la sfera degli affetti più cari. La ferocia è, invece, la qualità dei colpi sotto cui crolla il mondo abilmente costruito da Vittorio e finemente raccontato da Lagioia.

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