“Mission: impossible” non delude mai
Mission: impossible Rogue Nation (USA, 2015)
regia: Christopher McQuarrie
con: Tom Cruise, Simone Pegg, Jeremy Renner, Rebecca Ferguson, Alec Baldwin
durata: 131 min.
Giudizio Cnvf: consigliabile/semplice
Esistono nel raccontare, da quello orale a quello infarcito degli ultimi ritrovati tecnologici, alcune costanti che, a volte, diventano formule quasi imbattibili. L’esempio più evidente, per quanto riguarda letteratura e cinema di intrattenimento, è quello dell’agente segreto James Bond, o 007, che dal suo apparire prima sulla pagina scritta (il primo romanzo, Casino Royale di Ian Fleming è del 1953) e poi sullo schermo (Sean Connery il primo ad interpretarlo, in Licenza di uccidere, diretto da Terence Young nel 1962) non ha più smesso di interessare, divertire, appassionare estimatori e curiosi.
Suoi epigoni ce ne sono stati molti. Alcuni convincenti, altri del tutto improbabili. Nella prima categoria va senz’altro collocato Ethan Hunt, agente dell’Imf, immaginaria unità speciale della Cia, creato nel 1966 da Bruce Geller per una celeberrima serie televisiva, che a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, con il primo film diretto da Brian De Palma, è approdata con convincente continuità anche sul grande schermo.
Come spesso in questi casi, è possibile riassumere la trama quasi nei centoquaranta caratteri di un messaggino cinguettante. La Cia vuole chiudere la sezione nella quale lavora Hunt, il quale però scopre l’esistenza di un fantomatico sindacato di persone cattivissime che vogliono distruggere lui e i suoi colleghi e, già che ci sono, conquistare il mondo.
Vale molto di più che non la sinossi godersi sia l’ottima sceneggiatura e regia di Christopher McQuarrie, solidissimo conoscitore dei meccanismi spettacolari; sia l’interpretazione di un cast di tutto rispetto, che al consueto protagonista Tom Cruise affianca comprimari del calibro di Simon Pegg, Ving Rhames, Jeremy Renner, Alec Baldwin e Rebecca Ferguson.
Si gira il mondo da una sequenza all’altra. I colpi di scena sono innumerevoli e quasi tutti convincenti. Gli effetti speciali, che devono rispettare il superomismo del protagonista, di qualità indiscutibile. Non c’è da dimenticare che produce J. J. Abrams, che è certamente l’uomo che più sta legando l’immaginario della sua infanzia con quello delle nuove generazioni: da Lost a Star Trek, da Mission Impossible al settimo episodio di Star Wars, atteso da noi per metà dicembre e che farà senz’altro man bassa di incassi e di successo.