Mary, eroina della penna (e del cinema)
Mary Shelley un amore immortale
(Usa, Regno Unito, Lussemburgo, 2017)
Regia: Haifaa al-Mansour
Con: Elle Fanning, Percy Bysshe Shelley, Tom Sturridge, Ben Hardy
Durata: 120’
Se qualcuno vi chiedesse quale romanzo bisognerebbe inserire nella lista di libri da leggere per avere una vita felice, possibilmente prima del compimento del ventesimo anno, non esitate a citargli Frankenstein: ovvero il moderno Prometeo, scritto da Mary Shelley.
Nata a Londra nel 1797 Mary raccolse nella sua vita tre cognomi, ognuno dei quali con un significato ben preciso. Prima di tutto quello della madre, Mary Wollstonecraft, un’agguerrita e sensibile filosofa che propugnava i diritti delle donne, morta pochissimi giorni dopo la nascita della figlia. Poi quello del padre, William Godwin (Stephen Dillane), anch’egli politico e filosofo illuminato. Infine quello del marito, il poeta Percy Bysshe Shelley (Douglas Booth).
Certamente non a caso sono donne la regista di questo gioiellino in uscita estiva, Haifaa al-Mansour, che vanta il record di essere la prima dotta autrice di film dell’Arabia Saudita (nel 2012 ci fu modo di apprezzare il suo esordio nel lungometraggio, La bicicletta verde) e la sceneggiatrice Emma Jensen.
La brava Elle Fanning interpreta la protagonista, immersa in un’atmosfera intellettuale assai stimolante e intelligente al punto tale da poter confrontarsi alla pari con gli uomini che, anzi, supererà in occasione della scrittura del suo capolavoro.
Il film descrive bene, con attenzione alla ricostruzione d’ambiente e allo spirito dell’epoca, le vicende personali di Mary e delle persone che ha occasione di incontrare, che fanno tutt’uno con la sua vitale necessità di riconoscimento e di affermazione.
Nel momento in cui intreccia una relazione sentimentale con Shelley, il poeta è già sposato con un’altra donna. Anche la sorellastra di Mary, Claire Clairmont (Bel Powley), aveva una vicenda analoga con quello che era il massimo poeta e vate dell’epoca, Lord George Gordon Byron (Tom Sturridge). Claire rimane incinta e Byron invita lei, Percy e Mary, e l’amico medico e scrittore John William Polidori (Ben Hardy) a trascorrere un periodo di vacanza in una villa sul lago di Ginevra.
Il tempo è brutto e per sconfiggere il tedio, Byron sfida gli amici a una gara di scrittura: vincerà chi scriverà la più terrificante delle storie.
Dalla sfida usciranno due opere significative: quella di Polidori, Il vampiro, che servirà più avanti come modello anche al Bram Stoker di Dracula, e il romanzo di Mary sulla infelice creatura a cui un arrogante scienziato darà la vita assemblando pezzi di cadavere.
Romanzo bellissimo, con una qualità di scrittura eccezionale. È il 1816. Mary ha diciannove anni.
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