L’incontro con l’altro cambia gli atteggiamenti consolidati
Prendi il volo
(Usa, 2023)
Regia: Benjamin Renner, Guylo Homsy
Con: Elizabeth Banks, Awkwafina, Carol Kane, Danny DeVito
Animazione
Durata: 82 minuti
Sono una famiglia di germani reali i protagonisti del film d’animazione che Illumination Entertainment/Universal Pictures (la casa produttrice di Cattivissimo me e Minions) ha portato in sala. Una pellicola per tutta la famiglia, sicuramente adatta per il periodo natalizio.
Mack è un padre iperprotettivo e pauroso. Pam, sua “compagna”, è il suo esatto opposto: entusiasta e sempre pronta all’avventura. Hanno due figli: Dax, il più grande, caratterialmente molto simile alla madre. La piccola Gwen, invece, è tutta suo padre. Abitano in uno stagno del New England e da lì non si muovono mai perché hanno tutto ciò che serve, ma, soprattutto, perché là fuori ci sono un sacco di pericoli e di malintenzionati. L’arrivo allo stagno, però, di uno stormo di anatre che sta migrando scombussola completamente i piani. Prende il via, in questo modo, un rocambolesco viaggio verso i Caraibi. Viaggio cui partecipa anche il vecchio e pigro zio Dan. Lungo il tragitto avvengono numerosi incontri: una coppia di anziani aironi, uno stormo di piccioni a New York, uno sgargiante pappagallo rinchiuso in gabbia, un’anatra “guru” che insegna yoga alle sue “discepole”. Avvicinare questi uccelli e conoscere le loro storie cambia il modo di fare dei protagonisti. Ed è proprio questo, probabilmente, il tratto più bello del film: l’approfondimento psicologico dei componenti della famiglia unitamente alla loro evoluzione. Così la paura verso ciò che è sconosciuto perché al di fuori dello stagno si trasforma in curiosità di scoprire l’ignoto. L’iperprotettività diventa fiducia e responsabilizzazione.
Anche i coloratissimi e ben denotati personaggi rendono ancor più godibile la visione del film. Le scelte di regia e, una fra tutte, le bellissime soggettive di volo durante la migrazione, mostrano l’abilità e il buon gusto estetico di Benjamin Renner e Guylo Homsy.
Se le numerose gag permettono anche agli spettatori più piccoli di ridere e divertirsi, il sottile uso dell’ironia che viene fatto regala anche ai più grandi momenti di sagace ilarità: prendendosi gioco di non pochi stereotipi attinti dalla realtà, le relazioni tra i diversi personaggi hanno alcuni tratti spassosissimi.
Coloro che hanno un po’ di confidenza con il cinema d’animazione sicuramente hanno colto all’interno dei novanta minuti di film qualche richiamo a titoli di alcuni anni fa: Alla ricerca di Nemo (Disney-Pixar, 2003), Rio (20th Century Fox, 2011), I Croods (Dreamworks, 2013). Insomma, un’altra conferma del grande salto di qualità fatto da Illumination Entertainment tanto nella tecnica quanto nei contenuti.
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