Verso la Madonna del Monte sul Sentiero della pace
Fuori Sommacampagna una passeggiata-pellegrinaggio
“Non c’è strada che porti alla felicità: la felicità è la strada”: con questo motto viene presentato a viandanti e appassionati di natura e di trekking il Sentiero della pace. Siamo nel territorio di Sommacampagna, ricco di scorci paesaggistici e monumenti di grande importanza, e qui si snodano diversi sentieri su strade sterrate o comunque poco percorse da automobili. La nostra passeggiata con il cane, allora, questa volta ha come meta la chiesa della Madonna del Monte, meraviglioso angolo di pace amatissimo dagli abitanti del luogo, ma forse poco noto a molti veronesi.
Si può partire parcheggiando l’auto nella zona degli impianti sportivi o, in alternativa, in uno spiazzo ampio davanti all’ingresso dell’azienda Ancap, in via Val di Sona, poco dopo l’inizio della strada Madonna di Monte. A quel punto, imboccando la sterrata, ci si inoltra in mezzo alla campagna, costeggiando campi e vigneti. Troveremo anche delle indicazioni per i ciclisti: questo è il sentiero numero 35, e fa parte di un circuito di percorsi ciclopedonali che attraversano tutto il territorio delle terre moreniche.
In prossimità dell’agriturismo Corte Coraman si trovano le indicazioni del Sentiero della pace, indicato col numero 4 e facente parte dei percorsi promossi dal territorio. Lo noteremo subito, visto che lungo il cammino si trovano, su cartelli ben visibili posizionati su iniziativa del Comune insieme alla Provincia, diversi spunti di riflessione sul tema della pace. Tra questi, è dedicato spazio al Cantico delle creature, ma anche alla poesia di Primo Levi che introduce Se questo è un uomo, una delle opere più sconcertanti e significative di testimonianza dell’Olocausto.
Il culto di san Francesco è molto forte e sentito, qui: si narra infatti che il santo di Assisi abbia visitato intorno al 1220 questo luogo e gli eremiti che lo avevano scelto come dimora. Arriviamo così alla chiesa, dedicata a santa Maria Assunta, appartenente a un piccolo complesso di semplici case che fino al XVIII secolo costituirono la sede di una comunità di frati francescani. All’interno si trovano resti di affreschi rappresentanti scene della vita di san Francesco e tele che raffigurano altri santi passati da questi territori, secondo la tradizione popolare, come sant’Antonio da Padova e san Carlo Borromeo. La storia di questo luogo si è sviluppata nei secoli attraverso alterne vicende, e il convento fu soppresso nel 1656 durante un periodo di crisi economica della Serenissima.
Ma la posizione strategica, che permette a chi si trovi presso la chiesa di ammirare a perdita d’occhio tutte le colline e i campi circostanti, ha reso la collina teatro di vicende storiche di grande importanza. Proprio qui si stabilirono le truppe piemontesi, dopo aver superato il Mincio il 28 aprile 1848; dall’alto era possibile controllare la pianura e i possibili movimenti degli austriaci asserragliati nella fortezza di Verona. E infatti il 23 luglio 1848 i volontari toscani opposero resistenza quando gli austriaci, ricevuti i rinforzi, uscirono dalla fortezza decisi a riprendersi Peschiera e il territorio perduto nella primavera precedente.
Oggi, anche nelle giornate più fredde e nebbiose dell’inverno si incontrano sempre moltissimi camminatori. Come i membri del Gruppo cammino di Sommacampagna, che percorrono il sentiero ben due volte la settimana. Sono proprio loro, insieme a tutti gli abitanti del posto, a ricordare con una certa nostalgia vecchie tradizioni: fino a pochi anni fa ogni mercoledì si faceva la Messa e si svolgeva davanti alla chiesa anche la sagra, che adesso è stata spostata nell’area di villa Venier.
Intanto, a conferma dell’amore per questo piccolo monumento, c’è il trionfo di voti ottenuto durante una recente campagna del Fai. Proprio grazie alle tante preferenze espresse dai cittadini, hanno preso il via imponenti lavori di restauro della chiesetta, che adesso non è visitabile ma, si spera, tornerà ad aprire le sue porte ai tanti viandanti di passaggio.
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