Nell’ultima palude tra aironi e salici bianchi
Non solo montagna, collina, lago, mete predilette nei mesi estivi: la bella stagione si trasforma nel momento dell’anno più adatto per andare a esplorare zone della nostra provincia che di solito non rientrano tra le mete più classiche per le gite giornaliere, ma che comunque hanno un grande fascino e un passato – e un presente – tutto da scoprire. Per un’escursione insieme al proprio quattrozampe si può allora, ogni tanto, invertire la rotta e andare verso il sud della provincia, dove la pianura si trasforma nella meta ideale per chi cerca un luogo di assoluto silenzio e tranquillità.
Non solo montagna, collina, lago, mete predilette nei mesi estivi: la bella stagione si trasforma nel momento dell’anno più adatto per andare a esplorare zone della nostra provincia che di solito non rientrano tra le mete più classiche per le gite giornaliere, ma che comunque hanno un grande fascino e un passato – e un presente – tutto da scoprire. Per un’escursione insieme al proprio quattrozampe si può allora, ogni tanto, invertire la rotta e andare verso il sud della provincia, dove la pianura si trasforma nella meta ideale per chi cerca un luogo di assoluto silenzio e tranquillità.
Poco conosciuta se non da chi vi abita vicino, ma estremamente interessante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, è la Valle Brusà, sulla riva destra del fiume Menago, a sud ovest di Cerea. Con i suoi 117 ettari questa riserva naturale è un tipico esempio di ambiente ed ecosistema di pianura. La Palude Brusà, con il contiguo territorio delle Vallette, è l’ultimo residuo delle “Valli del Menago”, le aree palustri che si estendevano da Bovolone fino alle Valli Grandi Veronesi. Alla fine del XVIII secolo le paludi di Cerea coprivano una superficie di circa 2.200 ettari; oggi non ne ne rimangono che un centinaio.
La Riserva si trova facilmente: uscendo dalla Transpolesana a Cerea, si segue per il centro del paese e all’altezza del municipio si trovano le indicazioni per raggiungere, in prossimità di una piccola chiesa, la strada che dopo circa tre chilometri conduce a una sterrata che costeggia il fiume Menago. Qui, in località le Porte, si può parcheggiare l’automobile all’ombra di alcuni alberi e nei pressi del cartellone che indica i percorsi, a piedi o in bicicletta, da fare all’interno dell’oasi.
La visita alla riserva, aperta da marzo a ottobre, si può fare ogni secondo sabato e ogni ultima domenica del mese, contattando attraverso il sito www.oasivallebrusa.it le guide dell’omonima associazione naturalistica. Nata nel 1997 da un gruppo di appassionati amanti della natura, ha ottenuto dal Comune di Cerea l’incarico di gestire e promuovere la Riserva Naturale Palude Brusà, organizzando visite guidate e provvedendo alla conservazione e alla conoscenza di questa importante zona umida, il cui valore era ben chiaro ai contadini di un tempo, tanti che all’ingresso della Riserva, sull’argine pubblico di proprietà comunale, sorge un capitello in muratura dedicato a San Vincenzo de’ Ferreri, patrono delle campagne, contro le grandinate e le avversità che contrastano il lavoro della terra.
Ma attenzione: viene sconsigliato di recarsi nella riserva con il proprio cane, per non arrecare disturbo ai molti animali che ci abitano. Chi invece preferisce esplorare questa zona insieme al proprio quattrozampe, può passeggiare nelle zone sempre aperte al pubblico e che costeggiano la riserva. Vale la pena ricordare che il percorso è una zona protetta: dal 2009 è stata riconosciuta Zona umida di importanza internazionale.
Superato uno sbarramento che indica l’inizio del percorso, si parte dunque per la nostra passeggiata costeggiando il fiume. Mentre si cammina, con un folto canneto sul nostro lato destro, l’attenzione sarà attirata dal canto e dal volo dei molti uccelli che popolano la riserva. Tra questi, i bellissimi aironi, tipici animali di pianura, che nidificano sugli alberi nei pressi del fiume. Ma non ci sono solo loro e con un po’ di fortuna si potranno ammirare molte specie di uccelli: dal germano reale al falco di palude, dalla gallinella d’acqua all’usignolo di fiume. E la zona è ricca anche di mammiferi, anfibi, rettili, pesci, insetti che vivono perfettamente inseriti in un microcosmo dagli equilibri molto delicati. La vegetazione è quella tipica delle zone umide e depresse: godremo la vista e l’ombra di salice bianco e grigio, pioppo nero, gelso, acero campestre, olmo. La strada, dopo un primo tratto dritto, svolta a destra, e costeggia poi campi coltivati, tra i quali uno splendido campo di girasoli, che all’inizio dell’estate offre un coloratissimo spettacolo. Il sentiero è molto pulito e ben tenuto e non ci sono pericoli: il nostro cane potrà correre indisturbato e senza disturbare, specialmente durante le prime ore della giornata. Verso sera infatti l’oasi si riempie di persone che camminando, correndo o pedalando, si godono l’aria fresca. Il sentiero costeggia poi un bosco e vi sono molte zone ombreggiate dove si potrà trovare refrigerio. Ed ecco un promemoria importante: specialmente nelle lunghe giornate estive è consigliabile portare molta acqua da bere, soprattutto per il nostro quattrozampe che, in assenza di fontanelle, potrebbe essere attirato dai numerosi corsi d’acqua che affiancano il sentiero, mettendosi però in pericolo e arrecando disturbo agli animali che vi dimorano. Le guide naturalistiche consigliano poi di utilizzare pantaloni lunghi e colori sobri, e di portarsi binocolo e macchina fotografica per godere pienamente degli incontri con gli abitanti della palude.