Dal colle di San Rocchetto una panoramica su tutta la città
Facile quanto spettacolare passeggiata con una meta che invita al raccoglimento
Passa quasi inosservata, la piccola chiesa di San Rocchetto, abituati come siamo a vedere sempre il suo profilo da lontano, sulle colline a nord di Ca’ di Cozzi, inizio della Valpolicella. Eppure si tratta di un’oasi di pace e di silenzio che merita di essere visitata, oltre che un luogo strategico per godersi un panorama mozzafiato sulla città, da raggiungere percorrendo sentieri immersi nel verde. Per una passeggiata tranquilla e poco faticosa con il nostro cane, San Rocchetto diventa una meta ideale in tutte le stagioni.
La sua è una storia lunga e affascinante: fu edificata sul monte Cavro, quello che un tempo era chiamato monte Calvario perché ricordava ai pellegrini di ritorno dalla Terra Santa il luogo della crocifissione; e infatti qui erano state erette tre croci. Era stata dedicata al Santo Sepolcro, ma poi si sovrappose il culto di San Rocco, al quale è dedicato un ciclo di affreschi. Dopo anni di degrado e abbandono, la chiesa di San Rocchetto è oggi un luogo amato da chi desidera pregare e trovare raccoglimento, ma è anche meta di camminatori e turisti che approfittano poi del bellissimo spazio circostante per fare una sosta, un picnic o semplicemente riposare.
Un tempo non era visitabile, se non durante il lunedì di Pasquetta, mentre oggi è stata riportata al suo antico splendore, divenendo accessibile. Per raggiungerla possiamo arrivare a Quinzano, parcheggiare l’automobile in piazza Righetti, e seguire poi le indicazioni per l’eremo. Si imboccherà così via San Rocchetto di Quinzano, una strada tranquilla affiancata da alti muri che la dividono dai giardini e dai campi circostanti: se camminiamo qui durante la settimana, quando ci sono poche persone, possiamo anche lasciar correre il nostro cane: la strada è sicura e lontana dal traffico, percorsa solamente dai residenti.
Pur essendo a ridosso della città, il quartiere in alcune sue parti ha conservato il suo antico aspetto di zona rurale e sarà piacevole osservare gli uliveti e i frutteti che costeggiano la strada man mano che si sale, con i tipici muri a secco – le marogne – che ne definiscono i terrazzamenti. La strada fa parte della cosiddetta “Dorsale delle frazioni”, un percorso che da Parona, passando appunto per Quinzano, Avesa, Torricelle, Poiano, Novaglie, arriva fino a Montorio.
Si prosegue in leggera pendenza, e potremo notare le tappe della Via Crucis, con piccoli capitelli e diversi punti di sosta. Arriviamo all’eremo oltrepassando un cancello. Qui, in una piccola cappella sulla destra, si potrà ammirare una statua che ritrae San Rocco ricordando uno degli episodi più famosi della vita del santo: si narra infatti che durante il suo isolamento in una grotta, mentre aspettava la morte dopo essere stato infettato dai malati che curava lungo il suo cammino in Italia, fu proprio un cane a salvarlo, portandogli una pagnotta. Motivo per cui il culto di San Rocco come protettore dei cani, oltre che dei malati, è diffusissimo in tutta Italia.
Si potrà camminare poi percorrendo il perimetro esterno della chiesetta, notando l’estrema cura dello spazio circostante data dalla devozione degli abitanti del posto e da chi la frequenta abitualmente. Il luogo è davvero accogliente anche per il nostro compagno a quattro zampe: ai piedi della fontanella sul lato sinistro della chiesa si trova infatti una ciotola a disposizione di chi si vuole dissetare. Da qui si potrebbe proseguire, andando in direzione della parte finale di Monte Ricco, a ovest di Verona. Il sentiero si inoltra infatti tra i campi e gli uliveti, pianeggiante e facile da percorrere: in questo caso si scende poi verso villa San Dionigi, e da lì attraverso via dei Monti si raggiunge Parona. Un’altra alternativa, per chi ha voglia di camminare e scoprire un altro splendido luogo della zona, è quella di dirigersi verso sud, lungo il sentiero che porta alle spalle della chiesa di San Rocco, che si trova in linea d’aria proprio sotto l’eremo, per poi riattraversare Quinzano e fare ritorno al nostro parcheggio.
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