A spasso con il cane - Via con... Vento
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Appena sopra Arbizzano il mondo incantato di Novare

Sorgenti e boschi, piccole contrade immerse in mezzo ai campi e alle colline, crinali e prati. Siamo nel territorio di Negrar, una delle zone più ricche, nel Veronese, di scenari naturalistici e architettonici di rara bellezza ed estremamente eterogenei. A due passi dalla città qui si può trovare un piccolo angolo di paradiso...

Parole chiave: A spasso con il cane (85), Novare (1), Negrar (9), Silvia Allegri (50)

Sorgenti e boschi, piccole contrade immerse in mezzo ai campi e alle colline, crinali e prati. Siamo nel territorio di Negrar, una delle zone più ricche, nel Veronese, di scenari naturalistici e architettonici di rara bellezza ed estremamente eterogenei. A due passi dalla città qui si può trovare un piccolo angolo di paradiso, dove gli insediamenti umani sembrano aver trovato un equilibrio perfetto con la natura e la sua ricchezza senza alterarne l’aspetto. E grazie a un attento lavoro di recupero degli antichi sentieri e percorsi, dovuto anche all’incremento del turismo in questa zona, è possibile oggi percorrere gran parte del territorio comunale immergendosi in paesaggi di grande suggestione, che saranno perfetti anche per il nostro compagno di camminate a quattro zampe. Qui infatti si passeggia in gran serenità, in sentieri semplici e lontani dal traffico.
Abbiamo percorso parte del sentiero numero 1, che da Arbizzano tocca Roselle e Costa del Buso. Si tratta di un itinerario alla portata di tutti che offre il meglio della sua bellezza specialmente nei mesi primaverili e autunnali. Per chi proviene da Verona, si supera Parona raggiungendo la frazione di Arbizzano, e prima della rotonda che conduce a Negrar si gira a destra, seguendo le indicazioni per Novare. Si può lasciare l’automobile in via Novare, nel parcheggio lungo la strada sterrata. Da lì, ci si dirige a piedi lungo il sentiero in direzione di Villa Mosconi-Bertani, che domina maestosa sul bellissimo paesaggio circostante.
Questo complesso monumentale in stile neoclassico fu iniziato dalla famiglia Fattori nella prima metà del XVIII sec., su progetto dell’architetto Cristofali, e completato successivamente dalla famiglia Mosconi. Fu realizzato su una precedente villa cinquecentesca, nel luogo di un antico insediamento prima arusnate, poi d’epoca romana. Il complesso di villa, cantine, brolo e vigneti è oggi la sede di produzione di uve e di vinificazione della Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.
Lasciandosi la villa a sinistra, si prosegue lungo il muro oltrepassando una sbarra di ferro, e si giunge ad un piccolo ponte a ridosso dell’abitato di Novare, di fianco al quale scorre una canaletta d’acqua, all’ombra di una fitta vegetazione. Poco più avanti un cartello ci informa sulla storia di questa affascinante frazione. A consentire il suo sviluppo fin dai tempi antichi fu senza dubbio la grande disponibilità d’acqua resa possibile grazie allo sfruttamento delle numerose sorgenti. Attualmente qui si trovano infatti sette sorgenti perenni che, grazie al sottostante strato di rocce oceaniche calcaree, scorrono attraversando tutta la valle. E per mezzo della rete di canalizzazione delle acque progettata e realizzata alla fine del XVI sec. si è reso possibile l’utilizzo di queste acque per uso domestico ma anche per l’irrigazione dei campi.
Proseguiamo quindi lungo il sentiero, largo e ben battuto, che dopo poche centinaia di metri si inerpica in mezzo ai vigneti, regalando splendidi scorci sul territorio di Arbizzano e il suo centro abitato, e anche sui crinali delle colline circostanti. A dominare il panorama sono senza dubbio le vigne e, andando verso l’alto, si potrà percepire la ricchezza di acqua, vero patrimonio di questo territorio. Per lunghi tratti, a costeggiare il sentiero vi sono delle canalette e il nostro cane potrà bere e camminare nell’acqua fresca e limpidissima.
Chi decide di percorrere interamente il sentiero, dopo aver percorso un tratto di strada nel bosco, ricco di numerose specie di piante e arbusti, ammirerà poi la miniera abbandonata del Buso del Fero, sempre in località Novare. Si tratta di una miniera che si sviluppa entro un giacimento ferro-manganesifero dove veniva coltivato un banco mineralizzato dello spessore variabile da 50 cm a 8 m circa ed esteso su una superficie superiore a 50mila mq. Il giacimento ha smesso di essere sfruttato nel Dopoguerra e da allora la miniera presenta quattro ingressi principali, con uno sviluppo complessivo di gallerie superiore a 2mila metri. Parte di questi cunicoli risultano ora non praticabili perché interessati da una serie di crolli della volta, che si sono verificati durante gli anni di inattività e per le infiltrazioni d’acqua; ma la miniera è oggetto di interesse di studiosi e appassionati di tutta Italia.
Ultima tappa del percorso, prima di tornare al punto di partenza, una volta imboccata la strada in discesa e lasciandosi alle spalle bosco e colline, è la bella pieve di San Pietro, che risale al Seicento e fu costruita sull’antica chiesa romanica a sua volta edificata su un tempio cristiano. E chi non ci arriva camminando, può sempre avvicinarsi con l’auto, prima di ripartire, per una breve sosta.  
L’intero sentiero è percorribile a piedi o in mountain bike, e avendo un dislivello di poche centinaia di metri è adatto anche a chi non è particolarmente allenato. Per farlo interamente servono almeno 6, 7 ore di tempo, ma si può camminare anche solo per un tratto, fermandosi poi a godersi il paesaggio in uno dei numerosi prati, luogo ideale per un picnic o una piacevole sosta.

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