“Solo chi sogna può volare” e lo fa guardando i cartoni animati
Venerdì 28 ottobre 1892: il quarantasettenne inventore e regista Charles-Émile Reynaud presenta al Museo Grévin di Parigi la sua prima produzione di immagini in movimento, intitolata Pantomimes Lumineuses...
Venerdì 28 ottobre 1892: il quarantasettenne inventore e regista Charles-Émile Reynaud presenta al Museo Grévin di Parigi la sua prima produzione di immagini in movimento, intitolata Pantomimes Lumineuses.
Per realizzarla utilizzò il cosiddetto “teatro ottico”, una macchina da lui stesso inventata nel 1888 che proiettava immagini dipinte su uno schermo utilizzando 36 specchi e alcune lanterne. Questo primo spettacolo era una raccolta di tre cartoni animati, di circa 15 minuti ciascuno e con 500-600 immagini dipinte individualmente dalla mano dello stesso Reynaud. Siamo tre anni prima dell’inizio dell’era del cinématographe, iniziata da Auguste e Louis Lumière, ma che non sembrava poter intaccare il successo di Reynaud, che in pochi anni presentò 12.800 spettacoli. Il pubblico, però, pian piano preferì il nuovo strumento e il suo stile realistico, tanto che nel 1913 colui che di fatto è il precursore del cinema di animazione, distrusse a martellate l’ultima macchina del teatro ottico e gettò la maggior parte dei suoi film nella Senna. Era disilluso e finanziariamente rovinato, ma la sua invenzione non era destinata a passare di moda: per questo dal 2002 ogni 28 ottobre è la Giornata internazionale dell’animazione. Il fatto che non si tratti di qualcosa di ufficialmente riconosciuto, ma dell’iniziativa dell’associazione internazionale del film d’animazione, non ne sminuisce il valore e il senso. Questa forma d’arte ha avuto, ovviamente, tante evoluzioni anche dal punto di vista tecnico e altre date molto importanti. Il 17 agosto 1908 Émile Cohl, caricaturista e fumettista francese, allora ultracinquantenne presentò Fantasmagorie: un film di nemmeno due minuti e composto da 700 disegni, che è considerato il primo completamente animato. Un salto di 15 anni e di migliaia di chilometri: a Burbank, in California, Walt e Roy O. Disney fondarono lo studio di animazione Disney Brothers Cartoon Studio che ebbe grande successo con la serie animata Mickey Mouse (lanciata nel 1928) e che, dopo vari cambi di nome e di struttura, è attualmente la grande multinazionale The Walt Disney Company, probabilmente il brand più famoso del mondo. Pure se nel frattempo gli interessi si sono differenziati, rimane il perno dei film di animazione; tra i principali titoli prendendone solo uno per decennio possiamo ricordare: Biancaneve e i sette nani (1937), Fantasia (1940), Cenerentola (1950), La carica dei 101 (1961), Robin Hood (1973), La sirenetta (1989), Aladdin (1992), Il pianeta del tesoro (2002), Frozen – Il regno di ghiaccio (2013). Questa potenza di fuoco non ha impedito l’emergere di grandi concorrenti (tra tutti la Pixar, con la grande novità di Toy story che nel 1995 è stato il primo lungometraggio interamente in computer grafica e il maggior incasso dell’anno) né tantomeno la produzione da parte di alcune realtà minori e indipendenti. D’altronde, come dice Peter Pan agli appassionati di animazione e non solo: “Non smettete mai di sognare, solo chi sogna può volare”.
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