Siamo tutti fratelli in questo mondo popolato da 7,87 miliardi di noi
L'11 luglio è la giornata mondiale della popolazione. La ricorrenza fu inaugurata dal consiglio direttivo del Programma di sviluppo delle Nazione Unite nel 1989
Sabato 11 luglio 1987, per convenzione, ha segnato il passaggio della popolazione mondiale sopra quota 5 miliardi. Due anni dopo questa stessa data è stata decretata dalle Nazioni Unite come Giornata mondiale della popolazione, un’occasione per fare una sorta di punto della situazione. Oggi sul pianeta Terra siamo oltre 7 miliardi e 870 milioni di persone, con una crescita media di 81 milioni di persone all’anno. Il tasso di crescita – che ha raggiunto il suo picco alla fine degli anni Sessanta, quando era intorno al 2% – è attualmente in calo (1,05% nel 2020) e molto probabilmente continuerà ad esserlo. Questo vuol dire che se per passare dai 3 ai 6 miliardi – ovvero per avere un aumento del 100% – ci sono voluti 40 anni (dal 1959 al 1999), ne serviranno quasi altrettanti per arrivare a quota 9 miliardi (aumento del 50%) attesa per il 2037. Esattamente vent’anni dopo si dovrebbe superare la particolare soglia dei 10 miliardi di persone. Tornando dalle previsioni all’attualità, va segnalato che il 2020 ha confermato le prime due posizioni, con i 1.439.323.776 abitanti della Cina e i 1.380.004.385 dell’India, con la seconda che sta crescendo maggiormente: +0,99% contro +0,39%. L’Italia è attualmente la 23ª nazione come numero di abitanti (60.461.826) ma risulta essere in calo (-0,15%), con un dato in controtendenza rispetto a chi la precede (tutte in positivo a parte il Giappone, undicesimo e con -0,3%) e a chi la segue, in particolare con la Tanzania che si fa sempre più sotto, grazie ad un incremento record del 2,98%. Altre nazioni africane hanno un tasso annuale positivo addirittura superiore al 3%, tra cui Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Angola, Niger, Ciad, Burundi mentre si attestano appena sotto questa soglia anche Mozambico, Zambia e Somalia. In Europa si nota un aumento di popolazione in Stati molto simili a noi per numeri assoluti e per ricchezza (come Germania, Regno Unito e Francia) e una significativa diminuzione nell’Est. Oltre che a dare i numeri, questa Giornata rappresenta un momento per rendere manifeste alcune sfide ritenute importanti oggi a livello globale. Una delle più significative è sicuramente legata al controllo famigliare sulle nascite, con le Nazioni Unite sempre attente a vigilare sull’effettivo riconoscimento del principio dichiarato già nel 1969 per cui “i genitori hanno il diritto esclusivo di determinare liberamente e responsabilmente il numero e la distanza dei loro figli”. Altro settore importante è quello della salute durante la maternità, quando si calcola che ogni mese circa un milione di donne affrontano complicazioni potenzialmente letali. Inoltre rimane alto l’allarme sui matrimoni precoci (una ragazza su 4 nel mondo si sposa prima dei 18 anni, molti milioni giovanissime) e sulle conseguenti gravidanze adolescenziali, le cui complicanze sono la principale causa di morte per le ragazze di 15-19 anni (circa 830 al giorno). Statistiche che possono risultare aride, a chi non ha memoria che “siamo tutti fratelli”.
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