Spiato in tv
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Ossigeno rarefatto (come il pubblico)

Ossigeno è un tipico programma di seconda serata adatto ai telespettatori di Rai 3, che propone dell’intrattenimento per nulla popolare, anzi spesso eccentrico, dove personaggi pressoché sconosciuti si mostrano in pubblico con aria di sufficienza, espressione di qualche élite delle arti.

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Ossigeno rarefatto (come il pubblico)

Ossigeno è un tipico programma di seconda serata adatto ai telespettatori di Rai 3, che propone dell’intrattenimento per nulla popolare, anzi spesso eccentrico, dove personaggi pressoché sconosciuti si mostrano in pubblico con aria di sufficienza, espressione di qualche élite delle arti. Manuel Agnelli (nella foto), musicista arrivato alla ribalta televisiva come giudice del talent X Factor, messa da parte l’attività di critico, indossa qui per la prima volta i panni del presentatore in una trasmissione tutta sua. In una fabbrica dismessa, con una scenografia alquanto caotica, quasi fosse un garage adibito a magazzino, prende posto il pubblico in gran parte formato da giovani, sempre lesti ad applaudire persone di cui probabilmente non hanno mai sentito parlare fino ad allora.
Gli artisti chiamati davanti alle telecamere sono tutti di nicchia, anche se in realtà sono considerati dei grandi nel loro specifico settore. Si possono così ascoltare canzoni eseguite con gli strumenti più strani o approcciarsi per la prima volta a generi musicali mai sentiti nominare. Quando non è seduto in poltrona a colloquiare con i suoi ospiti, fra cui anche scrittori, conduttori televisivi o attori, Agnelli torna alla sua antica passione del canto già sperimentata come frontman degli Afterhours. E questo è decisamente ciò che gli riesce meglio.
Filo conduttore di ogni puntata è un argomento di grande respiro universale che viene proposto principalmente attraverso la musica, senza disdegnare qualche piccola digressione in altri ambiti artistici. I telespettatori, eccetto i fans del presentatore, poco capiscono di cosa succeda. Nulla fa il conduttore per spiegare al pubblico il passato di cui spesso si parla, o illustrare l’importanza o la carriera di chi accoglie in studio. Questo mondo completamente autoreferenziale, generalmente portavoce di una cultura molto spesso critica se non di opposizione rispetto al sistema dominante, resta pressoché impermeabile per gli sconosciuti, che da fuori vedono solo una gran confusione di attività sconnesse fra loro. Questo laboratorio televisivo non affascina proprio e la sperimentazione che si vuole mettere in campo è poco comprensibile in relazione ai risultati. Lo share che si attesta sotto il 3% la dice lunga su come la trasmissione non intercetti il grande pubblico ma solo gli addetti ai lavori ai quali il programma offre quell’ossigeno di cui parla il titolo e che serve loro per avere un piccolo sussulto di notorietà televisiva.

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