La storia della città dalle origini ai giorni nostri
Gian Paolo Romagnani (a cura di)
Storia di Verona dall’antichità all’età contemporanea
Cierre Edizioni
Sommacampagna (VR) 2021
pp. 368 - Euro 28
Con rigore scientifico, ma intento divulgativo, e con immagini che ricostruiscono il tessuto urbanistico, racconta più di due millenni di storia cittadina il volume, edito da Cierre edizioni, Storia di Verona dall’antichità all’età contemporanea, che raccoglie, suddivisi per epoca, i contributi di quattro docenti del nostro Ateneo: Alfredo Buonopane (età romana), Gian Maria Varanini (età medievale), Gian Paolo Romagnani, curatore anche dell’opera (età moderna), e Maurizio Zangarini (età contemporanea).
La fotografia di Marco Girardi scelta per la copertina, uno scorcio di Piazza delle Erbe, rappresenta non solo il cuore della città, ma simbolicamente raffigura le tappe più significative della sua storia: in primo piano, tra gli ombrelloni dei banchi, la statua romana di Madonna Verona, riutilizzata nel Medioevo; in secondo, il leone di S. Marco, rimosso nel 1797 ma riposizionato a fine Ottocento, e, alle spalle, il secentesco palazzo Maffei, che si erge sul sito dell’antico Capitolium.
Situata in una felice e strategica posizione geografica, tra le ultime propaggini delle Prealpi e la Pianura Padana, abbracciata dal sinuoso Adige, dai suoi albori Verona assunse a ruolo di crocevia e fulcro di aggregazione: in epoca romana vi transitavano la via Postumia, la Claudia Augusta e la Gallica, mentre l’Arena, costruita prima dello stesso Colosseo, accoglieva 30mila spettatori provenienti da tutta l’area padana. Capitale del regno di Teoderico (non Teodorico, come abbiamo imparato noi), mantenne la propria centralità con i Longobardi e Berengario I (X sec) e conobbe un’accelerazione impressionante in epoca comunale fino alla stagione scaligera, quando raggiunse l’apice della prosperità, grazie alla fiorente economia agraria e manifatturiera. Verona si affermò come centro artistico e culturale nella Terraferma veneta durante la plurisecolare dominazione della Serenissima, mentre nel 1814 entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto: formalmente non ne fu la capitale, ma di fatto divenne il perno del sistema difensivo austriaco. Dall’annessione al Regno d’Italia fino al primo conflitto mondiale, si sviluppò come polo manifatturiero e snodo ferroviario europeo; dopo l’8 settembre 1943, a Verona la Resistenza scrisse pagine memorabili e, nel secondo Dopoguerra, si distinse in un Nordest agricolo in rapida industrializzazione. Nelle ultime pagine, l’attenzione si concentra sugli anni Ottanta, tra Verona “Bangkok d’Italia” e Tangentopoli, tra “trame nere” e terrorismo di sinistra, per finire ai nostri giorni, in cui la città dovrà dimostrare di mettere a frutto le proprie potenzialità se vorrà garantire un futuro al valore del proprio passato.
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