I duemila carabinieri deportati nei lager
Maurizio Piccirilli
Carabinieri kaputt! I giorni dell’infamia e del tradimento
Edizioni All Around - Roma 2019 pagg. 128 - euro 14
Anche quanti non hanno molta dimestichezza con la storia, sanno quel che accadde in Italia nel settembre del 1943. Il giorno 3 l’Italia proclamò la resa incondizionata agli Alleati. La stipula ebbe luogo a Cassibile, una frazione di Siracusa. Apposero la loro firma il generale Giuseppe Castellano, a nome del maresciallo Badoglio, e il generale statunitense Walter Bedell Smith a nome di Dwight David Eisenhower. Alle 18.30 di mercoledì 8 Radio Algeri trasmise il proclama in lingua inglese, ripreso in lingua italiana alle 19.42 dai microfoni dell’Eiar. Mentre il re Vittorio Emanuele III abbandonava precipitosamente la capitale, all’alba del 9 settembre iniziava una delle pagine più nobili ma pure meno conosciute dei quel conflitto: la difesa di Roma da parte delle truppe italiane prive di direttive e di ordini superiori. I militari dell’Esercito erano 88.137, ai quali si aggiungevano 4.500 carabinieri, 2.100 finanzieri e gli 858 uomini della colonna “Cheren” della Pai, la Polizia dell’Africa italiana, che diede alla protezione della Città Eterna il primo caduto, la guardia Amerigo Sterpetti.
Ma se il capo arma tiratore del plotone di mitraglieri venne addirittura finito a pugnalate dai soldati tedeschi, non sorte migliore trovarono poi i militari dell’Arma le cui vicende sono narrate in Carabinieri kaputt! I giorni dell’infamia e del tradimento pubblicato dal giornalista Maurizio Piccirilli, per i tipi della All Around.
I primi carabinieri vennero gettati nella battaglia alla Magliana, dove aveva perso la vita la guardia Sterpetti, e da quel momento fu chiaro che per le truppe naziste i militari della “Benemerita”, fedeli al re come da giuramento, sarebbero stati nemici. Una settimana prima del rastrellamento degli ebrei del ghetto di Roma, il ministro della Guerra della Repubblica Sociale Italiana, il generale Rodolfo Graziani, ordinò ai carabinieri di rimanere confinati nelle caserme e consegnare le armi. Il 7 ottobre 1943 duemila di loro saranno fatti prigionieri delle SS e deportati nei lager. Il loro arresto fu caldeggiato dallo stesso Mussolini, appena liberato dalla prigione dell’hotel Campo Imperatore.
Fu il tempo del tradimento. E dell’infamia. Non esiste una contabilità precisa di chi fu catturato e di chi riuscì a tornare. Uno di questi fu Augustale Del Sette, prigioniero in Austria nel lager GrossVeitsch, presso Mitterdorf, con il numero di matricola 34747.
Egli divenne “schiavo di Hitler” e costretto a spaccare pietre nella miniera dove si estraeva magnesite. Il giovane carabiniere era rientrato in Italia dopo aver partecipato alla campagna d’Africa e venne catturato.
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