I maestri senza pietà tornano in cattedra
«Uno di meno e chiaramente con uno sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza». A commentare così la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega...
«Uno di meno e chiaramente con uno sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza».
A commentare così la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, colpito a Roma da due tossicomani americani, non è qualche sbandato dei centri sociali, abituato a vedere negli “sbirri” il nemico da abbattere. Questa volta, a vincere la coppa dell’infamia, è una signora di 51 anni, Eliana Frontini, professoressa di Lettere e Storia dell’arte, in un liceo di Romentino, in provincia di Novara.
Difronte all’indignazione del Paese, risulta perfino sfacciata la sua ritirata: «Amici, mi spiace per ciò che sta accadendo, non me lo spiego proprio. Chi mi conosce spero sappia che non la penso così».
Formulate così non sono neppure scuse e comunque da italiani le rispediamo al mittente, perché più che il tono di una persona dispiaciuta, hanno la puzza di un opportunismo che conferma di quale pasta è l’animo di questa donna.
È difficile dare voce all’indignazione, soprattutto ascoltando il Vangelo in cui si dice che il perdono ci è accordato nella misura in cui sappiamo perdonare. E allora più che all’indignazione, bisogna dare spazio alla ragione ed anche alla giustizia. E la prima ragione ci porta a mettere a confronto gli occhi di questa insegnante con quelli della moglie del carabiniere caduto. O, meglio ancora, con quelli dei compaesani del carabiniere. Lei, la donna in cattedra che puzza di Sessantotto, ha visto nello sguardo di Mario un deficit di intelligenza. Ma chi lo conosceva sapeva che si trattava di un uomo di grandissima umanità. Professionista ineccepibile, instancabile nel volontariato, barelliere con gli ammalati a Lourdes… Uno spessore umano che ha conquistato il cuore di una giovane donna, portata all’altare solo 43 giorni fa. Bisognerà che qualcuno spieghi all’esperta di Storia dell’arte, teoricamente esperta di bellezza, che c’è un’estetica dell’animo, che sa leggere soltanto chi ha davvero doti di intelligenza morale.
E quando queste doti mancano, allora non bastano i titoli accademici e non bastano neppure le ideologie. Quelle di politicanti senza idee e senza futuro, convinti che gioire per la morte di un carabiniere sia il futuro sul quale impostare il domani delle nuove generazioni. Cattivi maestri, che abbiamo già visto in un passato non lontano, distruttori della convivenza sociale e seminatori di morte, che oggi sopravvivono riciclandosi con le loro storie che vanno a raccontare tra un convegno e l’altro, come venditori ambulanti in cerca di qualche vantaggio economico.
Ed è per un senso di giustizia, verso i giovani, che la scuola non ha bisogno di questa gente. I giovani hanno bisogno di ideali grandi e di speranza, senza che qualcuno tarpi loro le ali, uccidendo dentro di loro la pietà umana e il senso di appartenenza sociale.
La signora Eliana Frontini, nel cui sguardo non leggiamo nulla, avrà certamente molte risorse per riciclarsi altrove, senza usurpare quel titolo di educatrice, che ha dimostrato di non saper onorare adeguatamente.
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