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I “Folgorini”, gli eroi di El Alamein

Umberto Massaro
Da Pordenone e da Valeggio sul Mincio a El Alamein.
Piero Di Giusto e Luigi Bertagna.
Paracadutisti in Terra d’Africa
Graphistudio, Arba (PN), 2016
pp. 96 - Euro 10

I “Folgorini”, gli eroi di El Alamein

“Mancò la fortuna non il valore”: queste parole, incise su di un cippo nel cuore del deserto libico, a 111 km da Alessandria d’Egitto, riassumono una delle pagine più coraggiose della storia italiana di cui furono protagonisti i nostri soldati durante la Seconda Guerra mondiale: esemplari vicende culminanti nella battaglia di El Alamein, che si protrasse per alcuni giorni, dal 24 ottobre al 4 novembre 1942. Ne fu in primis protagonista la Divisione Paracadutisti Folgore, alla quale i nemici resero l’onore delle armi: nessuno, seppur sconfitto, alzò mai bandiera bianca.
Dei 6.450 “Folgorini” impegnati sul fronte nordafricano, ne sopravvissero solo 340: di due – il pordenonese Piero Di Giusto, scomparso da qualche anno, e Luigi Bertagna, che, nato a Valeggio nel 1922, vive attualmente a Verona – ne racconta la storia Umberto Massaro, docente di scuola superiore, appassionato di storia, nonché tenente degli Alpini. Nel libro, che parte da una dettagliata ricostruzione storica della campagna d’Africa e ripercorre la nascita della Folgore, l’autore dà, suo tramite, voce ai testimoni, specie al nostro Bertagna, all’epoca il più giovane paracadutista d’Italia, che partì nel luglio del 1942 alla volta della Libia (significativamente definita “lo scatolone di sabbia”), dove fu posto subito in prima linea.
Nelle pagine, con mente lucida, riferimenti precisi e animo appassionato, Bertagna (186º Reggimento Folgore, 5º Battaglione, caporal maggiore nella 15ª Compagnia) ricostruisce lo scenario di guerra, tra le assolate dune in cui era difficile orientarsi (la temperatura media era di 40º C di giorno, di notte scendeva a 0º), e la depressione di El Qattara, piena di sabbie mobili e acquitrini, che esalava vapori fetidi e malsani; racconta dei quei giorni terribili lungo la linea di fronte, della continua minaccia, tra bombardamenti e campi minati, dell’Armata inglese, ben più equipaggiata rispetto alle divisioni dell’Asse, prive di mezzi, forze e rifornimenti. Ma, in questo clima di morte – e sono questi gli episodi che commuovono di più il lettore –, non manca il ricordo di gesti di grande umanità e di amicizia sincera: come di chi, anche a costo della vita, s’arrischiava in quella terra di nessuno per soccorrere il commilitone ferito o per dargli degna sepoltura, o come dello stesso Luigi, che, orfano e senza legami, volontariamente si offriva per pattuglie notturne prendendo il posto di un capofamiglia.
Il desiderio di ricordare il sacrificio di tanti e lo spirito di solidarietà anima infine questo volume, il cui ricavato è devoluto all’Onlus “Via di Natale” che supporta i malati ed i familiari del Centro di Riferimento oncologico di Aviano.

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