L'anno santo con Dante
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Di rado si cerca Gesù perché è Gesù

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, narra l’evangelista Giovanni, coloro che ne avevano beneficiato volevano farlo re. Ma Gesù non è un re secondo i criteri umani...

Di rado si cerca Gesù  perché è Gesù

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, narra l’evangelista Giovanni, coloro che ne avevano beneficiato volevano farlo re. Ma Gesù non è un re secondo i criteri umani. Agostino sta commentando il testo: “Non sono venuto per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato”. Precisa, anzitutto, il fatto che Gesù, dopo aver compiuto il miracolo che in sé rimandava al suo senso spirituale, “offre anche un discorso, perché, nel limite del possibile, coloro che si erano nutriti del pane, vengano nutriti della Parola; e di quanti ha saziato il ventre con i pani, sazierà le menti con i discorsi, a patto che capiscano”. Di fatto, non hanno capito il senso sacramentale spirituale del miracolo. Riprende il testo di Giovanni: “Rispose Gesù: «In verità in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato dei miei pani»”. E Agostino commenta: “Per la carne cercavano Cristo, non per lo spirito”. A questo punto, tenendo i piedi per terra, fa fare ai suoi ascoltatori un esame di coscienza: “Quanti non cercano Gesù, se non perché faccia loro del bene temporale! Uno ha un affare, chiede l’intervento dei chierici; uno è premuto da un potente, si rifugia nella chiesa; uno vuole che si intervenga a suo vantaggio presso colui dal quale non gode considerazione. La chiesa si riempie ogni giorno di tali persone”. Ed ecco il potente aforisma, che suona come una frustata: “A stento si cerca Gesù per Gesù” (“Vix quaeritur Jesus propter Jesum”). Tale era la confidenza di Agostino con i suoi fedeli che poteva permettersi di non essere “politicamente” corretto. Quando occorreva, nulla lasciava di intentato pur di scuotere la coscienza intorbidita dei cristiani. Per quale ragione? Perché, precisa, “se rimane la causa, la malattia ritorna”. E qual è la causa di ogni malattia spirituale, e perciò anche il non cercare Cristo in se stesso, ma per motivi unicamente umani? La superbia! Prosegue precisando il fatto che, al fine di guarire la malattia della superbia, il Figlio di Dio si è fatto uomo. Quale abisso di umiltà! “Sono venuto umile, dice Gesù, sono venuto ad insegnare l’umiltà. Chi viene a me viene incorporato a me; chi viene a me diventa umile”. Agostino prosegue additando Satana come la personificazione della superbia. Proprio lui è riuscito ad ingannare Adamo, facendolo partecipe della sua superbia. Di conseguenza, “veniamo da Cristo, entriamo in Lui, lasciamoci incorporare in Lui”. Conclude con una affermazione forte che Agostino mette sulle labbra di Gesù: “A me non può venire se non l’umile”.

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