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«Mi sono sentita a casa»

di MARTA BICEGO
Così Ferdinanda Milizia, prima lettrice istituita in diocesi, quando ha ricevuto il libro delle Sacre Scritture

«Mi sono sentita a casa»

di MARTA BICEGO
Si definisce una «ri-cominciante appassionata» Ferdinanda Milizia. La cinquantacinquenne di Dolcè ha un altro primato: essere la prima lettrice istituita nella nostra diocesi.
Viva è l’emozione per il momento in cui, in Cattedrale, ha abbracciato il ministero del lettorato: «Quando il Vescovo ha chiesto alla comunità di pregare per noi, e mi sono inginocchiata per accogliere la Parola contenuta nelle Sante Scritture, mi sono sentita “a casa”».
Altrettanto vivo è il ricordo di quando, 15 anni fa, è avvenuto il suo «ri-cominciamento» nella fede: «Eravamo a un incontro in preparazione della catechesi e stavamo riflettendo sul Padre misericordioso. Per la prima volta, ho ri-conosciuto la sensazione di sentirmi figlia attesa e amata, anche alla luce della fede. La domenica, nella celebrazione eucaristica, mi sono resa conto che quella Parola veniva pronunciata “dal vivo”, per essere offerta in ascolto a tutta l’assemblea radunata, cantata, pregata, agita, spezzata per essere condivisa, in un banchetto molto particolare, che profumava di novità di vita, di anticipazione, di speranza».   
È stato l’inizio di un cammino diverso. Dopo il liceo, il lavoro, la nascita del figlio Alessandro. Una ricerca che l’ha portata «nella comunità parrocchiale. Poi all’Istituto San Pietro Martire e allo Studio teologico San Zeno, dove ho trovato persone speciali e testimoni credibili, che mi hanno aiutato a riconnettere fra loro le dimensioni della vita di fede con l’ascolto della Parola: annunciata, vissuta, celebrata».
Le domande erano ancora tante. «All’Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina di Padova ho iniziato ad attraversare questo speciale linguaggio, così prezioso per la gratuità stessa del mistero celebrato. Densissimo, nella sua capacità di connettere Dio e l’umanità, l’appello e la risposta di fede in Cristo, non solo come pensati, ma agiti nella nostra corporeità integralmente, ed è diventato per me autentica passione», ricostruisce.
Nel 2022 ha ricevuto un mandato di animazione pastorale nell’unità pastorale della Valdadige e oggi lavora part-time come collaboratrice familiare a Dolcè, per aiutarsi nelle spese. Passi che l’hanno accompagnata fino a domenica: «Una festa nella gioia che, da un lato, riepilogava un percorso vissuto e, dall’altro, ha aperto ad orizzonti che percepisco come promettenti e inesplorati». 
La proclamazione delle letture nelle celebrazioni è un servizio svolto quotidianamente da fratelli e sorelle da anni, continua, «il fatto che papa Francesco abbia “visibilizzato” questo servizio battesimale e lo abbia aperto alle donne dà la possibilità di porre un focus particolare sulla multiforme ministerialità, attivata e attivabile, in ambito ecclesiale». 
«I fedeli che frequentano le comunità parrocchiali in Valdadige hanno accolto con simpatia la notizia dell’istituzione a lettrice di Ferdinanda», commenta il parroco di Dolcè, don Giampaolo Marcucci. Che guarda in prospettiva: «Ci auguriamo che il rito dell’istituzione possa suscitare un rinnovato interesse nell’esercizio dei ministeri ecclesiali svolti da fedeli battezzati e una solerte passione nell’intraprendere percorsi di formazione».

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