Sugli amici veri si può sempre contare
I veri amici si vedono nel momento del bisogno. Deve averlo detto per la prima volta qualcuno che, nel momento del bisogno, si è scoperto solo. Me lo immagino, davanti a un campo di battaglia o – peggio – prima della cena coi suoceri, urlare ai suoi vecchi compagni di banco: «Dove siete? Venite qui! I veri amici si vedono nel momento del bisogno». Lo rassicuriamo: non è vero.
I veri amici si vedono nel momento del bisogno. Deve averlo detto per la prima volta qualcuno che, nel momento del bisogno, si è scoperto solo. Me lo immagino, davanti a un campo di battaglia o – peggio – prima della cena coi suoceri, urlare ai suoi vecchi compagni di banco: «Dove siete? Venite qui! I veri amici si vedono nel momento del bisogno». Lo rassicuriamo: non è vero.
I veri amici ci sono sempre – e non solo nei periodi neri – anche quando non li vedi. Li senti dentro e li porti con te: se li incontri a distanza di un anno, è come se quel periodo vuoto non ci fosse mai stato.
Deportivo La Coruna – Real Madrid, 2010. In campo, per i galacticos, non c’è Cristiano Ronaldo, ma le stelle certo non mancano. L’attaccante Karim Benzema prende il pallone a metà campo e appoggia sulla fascia sinistra a Kakà. Il Deportivo, tutto proiettato in avanti nell’azione precedente, ha la difesa schierata un po’ a casaccio. Per l’ex milanista è un gioco da ragazzi servire Guti al limite dell’area. Guti, uno che praticamente ha giocato nel Real Madrid da quando è nato ma non è mai stato la stella della squadra: non è Raúl, non è Beckham, non è Ronaldo o Zidane, o Luis Figo, nessuno di quei campioni passati negli ultimi anni alla Casa blanca. Non è un fenomeno, ma un signor gregario in una delle squadre più forti del mondo. Davanti a lui c’è solo il portiere, più un difensore avversario che sta recuperando terreno ma non arriverà mai in tempo. Guti porta il sinistro oltre la palla, colpendola di tacco: invece di un tiro, si inventa un retropassaggio. Il portiere, ormai lanciato verso un’uscita disperata, si sbilancia e finisce a terra. Pochi passi dietro a Guti c’è Benzema – anche lui si era fatto 40 metri di corsa – che insacca a porta vuota. Come aveva fatto a vederlo, Guti? Come poteva essere certo che lì dietro non ci fosse un avversario, ma un compagno? Non c’è risposta, se non quella di chi sa vedere nel campione un genio che non si spiega, meravigliandosi di continuo.
E allora quello stesso genio o talento o vicinanza o vedete voi cosa, si potrebbe riconoscere in quell’amico che sa sempre dove sei: le strade si sono divise, ma anche nell’assenza sai che puoi contare su di lui. Nel momento del bisogno e nei giorni felici.
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