Veronesi tra i cinque cerchi: ecco le medaglie gialloblù
di LORENZO PADOVANI
Da Consolini a Simeoni, da Pezzo a Viviani: carrellata di campioni lunga cent’anni
di LORENZO PADOVANI
La storia di Verona con le Olimpiadi moderne è molto lunga e particolarmente ricca. I primi furono Erminio Lucchi e Alberto Masprone a competere per il lancio del disco ad Atene 1906, nell’edizione straordinaria per festeggiare il decimo anniversario di ripristino delle Olimpiadi (per questo chiamati “Giochi intermedi”). Dal 1912, di fatto, ci sono sempre stati veronesi, all’insegna del vero motto di Pierre De Coubertin: “L’importante è partecipare perché solo partecipando avrai la possibilità di vincere”.
Le prime medaglie arrivarono nel 1924: Angelo De Martini e Aleardo Menegazzi colsero l’oro nell’inseguimento a squadre su pista. Ci furono poi, tra gli altri: Adolfo Consolini (oro nel 1948 e argento nel 1952 con il lancio del disco); il doppio oro ciclistico di Sante Gaiardoni a Roma 1960 (chilometro da fermo e velocità individuale su pista); Sara Simeoni argento nel 1976 e 1984, con in mezzo il trionfale oro del 1980, ovviamente nel salto in alto; Roberto Di Donna, che nel 1996 vinse l’oro nel tiro a segno pistola 10 metri e il bronzo da 50 metri; Paola Pezzo, con il doppio oro nella mountain bike nel 1996 e 2000; più recentemente Elia Viviani nell’omnium (ciclismo su pista) ha vinto nel 2016 ed è arrivato terzo ai Giochi olimpici Tokyo 2020, disputati causa Covid l’estate successiva. Veronese – almeno da un punto di vista ecclesiastico – è pure Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri piani e della staffetta 4×100 metri nelle stesse Olimpiadi.
Gli ultimi due di questo elenco, non completo, saranno presenti pure a Parigi 2024, insieme al venticinquenne Pietro Bertagnoli nella spettacolare prova di Bmx; la veterana Gloria Hooper alla quarta Olimpiade, questa volta nella staffetta 4×100; in pista, dopo una Olimpiade da riserva, pure Anna Polinari per 4x400 e 4x400 mista (argento in quest’ultima agli ultimi Europei); Matteo Manassero che nel golf cerca riscatto e consacrazione dopo una vita con il peso del predestinato. Con loro le due intervistate di questo numero (vedi pag 5): Clara Guerra e Elisa Molinarolo. Dalla storica fucina di talenti Fraglia Vela Malcesine è partita la carriera di Giorgia Bertuzzi, che debutterà a Parigi, come Raffaello Ivaldi, atleta del Canoa Club Verona.
Questa edizione francese segnerà anche i 40 anni dalla prima presenza di un’atleta veronese alle Paralimpiadi: fu Milena Balsamo, nell’atletica leggera, a inaugurare questa storia a Londra 1984, prima di essere la prima vincitrice: un oro e un bronzo nel 1988. Nella stessa edizione, un’altra grande atleta paralimpica, Paola Fantato, nel tiro con l’arco ha vinto il bronzo, prima di ottenere un oro nel 1992 a cui aggiunse un oro e un bronzo nel 1996. Ci teniamo come veronesi – almeno per residenza – pure le 10 medaglie paralimpiche di Francesca Porcellato, che sarà presente a Parigi 2024, insieme ad altri grandi atleti di casa nostra: due nel nuoto in vasca, ovvero Stefano Raimondi (un vero e proprio dominatore) e Xenia Francesca Palazzo; due nel tennistavolo cioè Michela Brunelli e Federico Falco, con quest’ultimo accompagnato pure da altri due atleti della Fondazione Bentegodi come il nuotatore Carlos D’Ambrosio e l’altro pongista Federico Crosara.
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