Non c’è solo il gol più bello ma anche la migliore azione
Quale è stato il gol più bello di tutti i tempi? Mi ha sempre fatto impazzire quello di Dennis Bergkamp contro il Newcastle. Il modo con il quale accarezza il pallone, mandando a vuoto il difensore e aggirandolo, prima di piazzare con disinvoltura la sfera nell’angolino alla sinistra del portiere, l’ho sempre trovato allo stesso tempo geniale ed elegante...
Quale è stato il gol più bello di tutti i tempi? Mi ha sempre fatto impazzire quello di Dennis Bergkamp contro il Newcastle. Il modo con il quale accarezza il pallone, mandando a vuoto il difensore e aggirandolo, prima di piazzare con disinvoltura la sfera nell’angolino alla sinistra del portiere, l’ho sempre trovato allo stesso tempo geniale ed elegante.
So però di essere in minoranza. Perché l’avversario non era terribile e la partita non di fondamentale importanza (come, per esempio, la finale dei mondiali o della Champions). In un qualsiasi sondaggio sul tema, vincerebbe la cavalcata di Maradona contro l’Inghilterra. Travolgente. Io non l’ho mai scelta perché lascia sempre l’impressione che ci sia un alieno contro dei comuni mortali. Un po’ come quando in un campetto vedi un 15enne – o, peggio, un genitore – fare il fenomeno nei confronti di un gruppo di bimbi di prima elementare. Troppo facile.
L’azione più bella, però, non necessariamente corrisponde a un gol. Chissà quante volte un campione ha ubriacato mezza difesa a suon di finte e cambi di direzione, per poi servire un compagno. O magari ha colpito il palo, che ha negato il gol ma senza togliere la bellezza del gesto tecnico. Altre volte ho immaginato che l’azione più bella di tutti i tempi, ammesso che sia qualcosa di oggettivo (ma penso che lo sia), si sia svolta in un campetto di periferia. Dietro questa affermazione c’è anche un po’ di narcisismo, perché – quando riuscivo a fare due piani di scale senza avere il fiatone – ho segnato tre/quattro gol molto belli non visti da nessuno, che posso raccontare senza essere creduto. Ad ogni modo, nonostante la mia vanagloria, non penso di essere io l’autore dell’azione più bella di tutti i tempi, ma mi piace pensare che a realizzarla sia stato uno scarsone come me. Sarebbe la rivincita dei brocchi. Quello che non capisco è perché qualcuno di questi miei colleghi, in questi giorni di dolore, abbia continuato a giocare. Molti sindaci hanno fatto coprire di nastro le porte dei campetti, uno di un Comune non troppo lontano dal mio (Isabella Conti, San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna) ha fatto persino rimuovere i canestri. Eppure dovrebbe essere chiaro: di questi tempi, se non siamo medici o infermieri, non c’è nessuna migliore azione che possiamo fare che non sia rimanere a casa.
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