Fare foto non può essere l’unico scopo
“Totti entra dritto nella leggenda”, scrive La Gazzetta dello Sport. L’11 gennaio 2015, siglando una doppietta, conquista infatti il primo posto nei goleador del derby romano...
“Totti entra dritto nella leggenda”, scrive La Gazzetta dello Sport. L’11 gennaio 2015, siglando una doppietta, conquista infatti il primo posto nei goleador del derby romano. La seconda rete, in acrobazia, non è per nulla semplice da realizzare: ma il capitano riesce a farlo sembrare un gioco da ragazzi. Ad ogni modo, non è questo il motivo per il quale viene definito “leggenda”. È uno decisamente meno importante: dopo aver esultato sotto la curva, l’ex-Pupone si fa prestare lo smartphone da un componente dello staff tecnico della Roma e si fa un selfie con la curva sud alle spalle. Passano quattro anni e il bis lo fa Balotelli, in un Marsiglia-Saint Etienne. Bel gol anche questo, pur se davvero da due passi dalla porta. Ma quello che ci interessa, adesso, è l’esultanza. Tutta preparata: il cellulare è quello di super Mario e al posto di una foto semplice, i festeggiamenti entrano in una story su Instagram, che tutti i fan possono vedere pressoché in tempo reale. Chissà se è proprio questa esultanza social a ispirare i giocatori del Youssoufia Berrechid che, nel campionato marocchino, affrontano il Mouloudia Oudjia. La rete, neanche a farlo apposta, non è affatto male: un sinistro a giro a scavalcare un portiere, a dire la verità, un po’ troppo fuori dai pali. («Andava a cercare farfalle», avrebbe detto qualche commentatore un po’ più severo). I giocatori di casa vanno verso la panchina e si fanno subito passare uno smartphone. Qualcosa però va storto, anche se i diretti protagonisti non se ne accorgono: perché, mentre si aggiunge un giocatore e poi un altro e un altro ancora alla foto di gruppo, i secondi passano. Venti, neppure troppi, ma abbastanza per l’arbitro per decidere di fischiare la ripresa del gioco. A bordocampo, o comunque a ridosso della linea, ci sono ancora sette uomini in maglia bianca, e un ottavo – evidentemente attaccante – è inutilmente sulla linea di centrocampo. Così, in un attimo, gli ospiti si proiettano nell’area avversaria, e nel tentativo di spazzare il pallone, un difensore del Youssoufia prende le gambe dell’avversario. Rigore e gol: 1-1 e tanti saluti, la partita finisce così. Morale? Va bene tutto, ma – nel campo e nella vita – fare foto non può essere l’unico obiettivo.
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